Lifting sull’ex Intendenza “ingabbiata” da anni aspettando un albergo
TRIESTE Anni di ponteggio inscurito a coprire le scrostate facciate fine Ottocento, dalle quali ogni tanto qualcosa cascava in basso. L’ex Intendenza di finanza, “gemella” delle Poste affacciate su piazza Vittorio Veneto, stona obiettivamente in quella piazzetta intitolata all’ufficiale medico caduto in Africa Orientale Odorico Panfili, dove l’ex squero liftato ospita l’Agenzia delle dogane, la succursale del Carducci si presenta ringiovanita, la fresca pavimentazione dello slargo davanti alla chiesa evangelica aiuta a conferire all’insieme una certa distinzione. Il tutto addirittura servito da una ciclabile apprezzata in particolare dai pedoni. Ma dal 22 ottobre scorso anche l’ex Intendenza ha deciso di sottrarsi a un impietoso declino: più correttamente, la proprietaria del grande stabile, Cdp Immobiliare srl (controllata di Cassa depositi e prestiti), ha imboccato la strada del restyling esterno. Il progetto - comunica un piccolo cartello comunale - è a cura di Mario Bucher, della consulenza storico-artistica si occupa Pietro Cordara, il restauro è affidato alla gallaratese Gasparoli.
Il cronoprogramma dei lavori suggerisce una durata di 275 giorni, che dovrebbero assicurare il completamento dell’opera entro la fine dell’estate 2019. Dagli ambienti immobiliari triestini si vocifera che sia in corso una trattativa per cedere l’immobile a un possibile acquirente austriaco, con interessi a Grado, intenzionato a un investimento alberghiero. La cifra di acquisto - sempre secondo l’ufficiosità della fonte - oscillerebbe tra i 5 e i 6 milioni di euro. Se fosse confermata tale quotazione, essa risentirebbe delle cattive condizioni degli interni, antica sede di uffici ma da molti anni inutilizzata. Tra l’altro il palazzo ha cambiato varie volte proprietà, restando essa comunque sempre pubblica: si ricordano Fintecna, Italia Turismo, da un anno Cdp.
In realtà l’edificio è in vendita da tempo, ma, come per altre illustri testimonianze della Trieste-che-fu, al mercato la storia interessa fino a un certo punto. Per renderlo più appetibile, ecco la cosmesi delle facciate voluta da una proprietà «sensibile - dice Mario Bucher - alle necessità di decoro». Lo stesso Bucher racconta caratteristiche e dimensioni (notevoli): a partire da una superficie superiore ai 13 mila metri quadrati, per proseguire con i cinque piani fuori terra, l’ultimo dei quali composto da interessanti soffitte che si estendono sotto lignee trabeazioni. Tre gruppi di scale, con una scalea d’onore. Tre cortili interni. Il tetto è stato provvisoriamente sistemato.
Certo, gli interni - come s’è detto - sono completamente da ripensare e da rifare. Bucher è convinto che la schematica disposizione ereditata dall’originaria destinazione a ufficio renda possibile una vasta gamma di trasformazioni, tra cui il residenziale e l’alberghiero potrebbero essere le più gettonate. L’isolato, formato dalle Poste e dalle ex Finanze, venne progettato nell’ultima parte del XIX secolo da Friedrich Setz, architetto-ingegnere specializzato nella realizzazione di sedi postali. Ne disegnò più di venti, comprese quelle di Trento e di Bolzano.
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