Lidl cancella le croci dalle chiese di Santorini
BELGRADO. Uno scivolone nel marketing di un prodotto può provocare terremoti. Lo ha scoperto in questi giorni il colosso tedesco Lidl, al centro di polemiche in vari Paesi europei a causa di un intervento poco attento sull’etichetta della linea “Eridanous”, ispirata alla cucina tipica greca. Etichetta che, nella sua ultima versione, mette in bella mostra paesaggi ellenici, con mare, case tradizionali e chiesette fotografate sull’isola di Santorini. Chiesette a cui, con un colpo di Photoshop, sono state però cancellate le croci sull’apice delle loro cupole blu. A notare il fatto è stato fra i primi un consumatore belga dalla vista aguzza. L’uomo ha denunciato la scomparsa dei crocifissi alla Tv nazionale Rtl. «Sono scandalizzato, i supermercati Lidl vendono prodotti greci cancellando parte del paesaggio e della cultura» che li ha espressi, ha detto l’acquirente, sul piede di guerra.
Ma non è il solo. Anche nel Regno Unito la rimozione delle croci dall’etichetta è stata notata, ha scatenato la rabbia di molti, canalizzata poi sulla pagina Facebook di Lidl. «Sono deluso, è un insulto grave ai cristiani in tutto il mondo», ha scritto Lennox Moore, in uno dei commenti con più like. «Ho notato la rimozione del crocifisso dalle foto dei prodotti della sezione greca e da greco e cristiano sono disgustato», gli ha fatto eco Andrew Kanias, un altro aficionado della catena di supermercati, colpito negativamente dalla scelta dell’azienda, come accaduto anche in Germania e in Austria. E soprattutto in Repubblica Ceca, dove contro Lidl è arrivata persino una “scomunica”, quella dell’arcivescovo di Praga, Dominik Duka, che ha parlato di atto incivile e senza precedenti.
«Per ora avviene solo una falsificazione delle foto, ma c’è il timore che presto vere croci saranno tolte dalle chiese», ha rincarato il porporato, mentre il ministro dell’Agricoltura ceco, Marian Durecka, ha suggerito il boicottaggio dei prodotti incriminati. Il perché del passo falso di Lidl? «Siamo un’azienda che rispetta la diversità, evitiamo di usare simboli religiosi perché non vogliamo escludere alcun credo», la prima risposta di Lidl, affidata da un portavoce della catena di supermercati alla Tv Rtl. Successivamente, gli uffici stampa di altri Paesi, come Gran Bretagna e Austria, hanno invece ammesso con più onestà l’errore. «Siamo molto spiacenti per ogni offesa recata» e la cancellazione non va letta come una «presa di posizione», ha scritto sui social il braccio inglese della compagnia, seguito a ruota dai colleghi di Vienna. «Aggiornando la grafica della nostra ultima edizione» della linea Eridanous «non era assolutamente nostra intenzione urtare la sensibilità di nessuno, pertanto ci teniamo a scusarci», conferma al Piccolo anche Lidl Italia. E dopo l’ammissione dell’errore sull’intera vicenda sarà probabilmente messa una croce sopra. Anzi, sarà rimessa. Sulle etichette. (s.g.)
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