L’idea di Milano per il liceo Petrarca: «Ragazzi, fate qui la mostra sul ’38»

TRIESTE E ora, la tanto contestata mostra dei ragazzi del Liceo Petrarca sulle leggi razziali, potrebbe trovare casa a Milano. Sì perché la giunta del capoluogo lombardo ha lanciato l’idea di ospitare l’esposizione “Il razzismo in cattedra” nella propria città. Un’idea venuta a Lorenzo Lipparini, assessore della giunta meneghina a Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data.
«C’è l’interesse dell’amministrazione comunale di Milano a patrocinare e ad accompagnare l’allestimento della mostra qui in città. Ci stiamo muovendo in questa direzione», spiega Lipparini. «Per la fine dell’anno avevamo già in programma la realizzazione di una mostra sull’ottantesimo anniversario delle leggi razziali e inserire quella dei ragazzi del Petrarca in quel contesto potrebbe essere un’opzione. Oppure potremo trovare una collocazione all’interno degli spazi della sede comunale. È, in ogni caso, una valutazione che faremo a partire da domani (oggi per chi legge, ndr) per capire qual è il luogo più adeguato. Ci vuole qualche giorno per riuscire a fare tutte queste verifiche».
Un’intenzione che l’assessore milanese ha già comunicato alla preside del Petrarca, Cesira Militello. «L’ho sentita e mi ha detto che sono molto contenti. Ci piacerebbe avere qui anche i ragazzi del Petrarca che hanno curato la mostra e stiamo cercando di capire come fare, quindi, per non impattare troppo sul calendario scolastico. Mi sto attivando poi per allargare questa collaborazione anche con qualche istituzione scolastica milanese: sarebbe significativo fare una sorta di gemellaggio con qualche scuola della città».
L’idea è arrivata anche alle orecchie del sindaco di Milano Giuseppe Sala che, raggiunto al telefono in serata, conferma: «Il mio assessore mi ha appena mandato un messaggio. Intenzionalmente sono disposto a farlo, l’idea non mi dispiace».

«Ovviamente siamo contentissimi. Abbiamo avuto moltissime manifestazioni di interesse: oltre alla giunta comunale di Milano, ci ha contattato anche una rete da Bari e una dalla Sardegna», commenta la preside del Petrarca Cesira Militello. «Per il momento, però, siamo concentrati con tutte le nostre forze sul fatto di realizzare la mostra a Trieste. Le altre esperienze, fuori dalla città, andranno benissimo e sarà anche divertente per i ragazzi se riusciremo a realizzarle, ma, ripeto, al momento il nostro interesse è concentrato qui e ora. Stiamo esplorando le varie possibilità per trovare uno spazio che possa essere adeguato al tipo di iniziativa. Questa mostra è nata nella città, per la città e con la città. Purtroppo ormai per la sala comunale i tempi sono ristretti: noi abbiamo bisogno almeno di quattro giorni per poter allestire la sala, che sarebbe stata a disposizione fino al 21 settembre. I tempi tecnici non ci consentono ormai di fare la mostra nella sede inizialmente prevista. Intanto quindi cerchiamo di trovare uno spazio alternativo».
A farsi avanti, assicura la preside, sono stati in molti. Anche se, «visto che siamo al livello dei contatti informali», non si vuole sbilanciare con nomi e sedi. «Quello che posso dire è che abbiamo avuto anche delle generose offerte di finanziamento da parte di più persone che ci hanno scritto dicendo che erano disponibili a dare un contributo per pagare eventuali spese di affitto delle sale. Siamo naturalmente commossi da questa attestazione di solidarietà e siamo certi che troveremo una soluzione che possa accontentare tutti e soprattutto ricucire una situazione che poi ha dato adito a polemiche che francamente sono sgradevoli e che nessuno avrebbe mai voluto».
Intanto, sulla questione continua la polemica politica. «Una città come Trieste, che purtroppo ha visto e patito tutti gli orrori del ’900, non si merita questo. Il caso della mostra che ha gettato discredito sulla città ancora una volta a livello nazionale è la ciliegina sulla torta. E la cosa incredibile è che, in Comune, più parlano e peggio fanno», afferma in una nota l’eurodeputata del Pd Isabella De Monte. Per il segretario generale del Pd Fvg «non ci si deve stancare di fare memoria, anche quando è sgradevole e ci inchioda come popolo a responsabilità che non abbiamo mai riconosciuto fino in fondo come nostre».
«Ho aspettato in silenzio e dolore fino ad oggi per un ripensamento da parte del Comune per un fatto che mai mi sarei aspettato succedesse nel 2018. Sono vicino a tutti coloro che hanno vissuto il dramma delle leggi razziali. Ci sono uomini che non capiscono mai», scrive in una nota il consigliere regionale della Lega Danilo Slokar. —
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