Licenziati e accusati di truffa due sindacalisti dipendenti comunali
TRIESTE “Alla Bella Trieste” in via D’Azeglio e al Buffet Roby in via Torrebianca, due veri e propri templi della "porzina". Avevano fatto base in quei locali, tipici luoghi d’incontro triestini di buongustai, ma anche in altri, le due guardie ambientali che, secondo il pubblico ministero Lucia Baldovin, anziché andare a controllare per conto del Comune l’attività degli addetti dell’AcegasApsAmga di pulizia dei marciapiedi lordati dagli escrementi dei cani, frequentavano - in orario di lavoro - alcuni dei classici locali cittadini dedicati al relax gastronomico.
I nomi sono quelli di Livio Bencich, 57 anni, e di Ivo Kozina, 56 anni. Il primo già segretario aggiunto della Cgil-funzione pubblica, il secondo componente delle Rdb dei Cobas. Le due guardie erano state pizzicate nel marzo dello scorso anno dagli agenti della squadra di pg della Polizia locale al termine di un’indagine durata oltre due mesi.
Gli agenti che si erano attivati dopo una segnalazione anonima, avevano installato, per non perderli mai di vista, un sofisticato rilevatore gps sotto il pianale della Panda comunale che Bencich e Kozina avevano in uso. Così - cambiando regolarmente auto per non essere scoperti - li avevano seguiti per settimane per tutta la città, osteria dopo osteria, buffet dopo buffet.
In particolare Bencich e Kozina sono finiti nei guai per aver compilato falsi verbali relativamente alle zone controllate, «inducendo in errore - così si legge nel capo d’imputazione - il personale del Comune addetto alla verifica dell’orario», e per aver attestato falsamente di aver effettuato dei controlli in zone dove in realtà non erano mai andati.
Perché di fatto le loro mete erano i locali dove rilassarsi, bere e mangiare qualcosa. Hanno causato così un danno erariale di circa 700 euro a testa.
Bencich e Kozina compariranno il prossimo 30 marzo davanti al gup Guido Patriarchi che in quell’udienza pronuncerà la sentenza. Sono accusati di truffa e falso. Il pm Baldovin, nella scorsa udienza, ha chiesto per i due la condanna a sei mesi per la truffa e l’assoluzione per il reato di falso.
Sono assistiti dall’avvocato Nicola Sponza, il professionista che alle ultime elezioni comunali - nel giugno del 2016 - si era candidato a sindaco nelle file indipendentiste con la lista “Uniti per Trieste”.
Intanto l’ufficio legale del Comune ha disposto il licenziamento dei due dipendenti al termine di un “processo disciplinare” attivato negli ultimi giorni di mandato della giunta Cosolini, ma di fatto scattato energicamente nello scorso mese.
Contro il provvedimento le due guardie ambientali hanno proposto, sempre tramite l’avvocato Sponza, ricorso davanti al giudice del lavoro rilevando una serie di irregolarità dell’iter procedurale dell’azione disciplinare. «Ritengo, riguardo a questo procedimento, che il giudice del lavoro possa applicare le norme relative alla legge Fornero cancellando il licenziamento», osserva Sponza.
Le guardie ambientali, oltre alle mansioni di controllo dei servizi comunali esternalizzati di igiene urbana e funerari, hanno l’impegno di fornire informazioni ai cittadini circa il corretto conferimento dei rifiuti urbani ed assimilati.
Fanno opera di prevenzione nei confronti di quegli utenti che, con comportamenti irrispettosi del vivere civile, arrecano danno all’ambiente e all’immagine della città. Svolgono funzioni di accertamento con potestà sanzionatoria relativamente al regolamento della Nettezza urbana, alle ordinanze del sindaco e ad altre norme regolamentari comunali in materia ambientale, oltre a funzioni ausiliarie di polizia stradale.
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