Liceale monfalconese scrive al ministro: «Voglio fare l’esame di maturità a scuola»

L’appello di Annachiara condiviso da molti diplomandi: «Desidero stare con i professori che mi hanno fatto crescere»
Annachiara Fontana
Annachiara Fontana

MONFALCONE L’esame di Stato si avvicina e molti studenti si stanno interrogando sul proprio destino. La monfalconese Annachiara Fontana è una delle tante maturande che ha mandato una lettera al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina per chiederle di poter fare l’esame di maturità a scuola.


«Voglio potermi sedere e guardare in faccia i professori che mi hanno vista e aiutata a crescere per cinque anni – dice la studentessa nella sua lettera – e avere un momento in cui posso mettermi in gioco e concentrarmi davvero su questa sofferta matura». Annachiara è una studentessa della 5B del liceo linguistico Buonarroti e, dopo essersi confrontata con i suoi compagni di classe e i suoi amici, ha deciso di mettere nero su bianco i suoi pensieri, le sue paure e incertezze sull’esame di Stato per chiedere alla ministra maggiori certezze sulla prova finale che numerosi studenti dovranno comunque affrontare in piena pandemia. Ma perché molti ragazzi hanno l’ansia dell’esame in modalità telematica?

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«I problemi con la connessione sono una delle nostre maggiori preoccupazioni, in quanto non sempre è ottimale – spiega Annachiara – Il colloquio si svolgerebbe con sette professori tutti nella stessa schermata e ci potrebbero essere delle sovrapposizioni di voci o delle interferenze. In una circostanza del genere potrebbe bastare poco per mandare in crisi gli studenti più ansiosi, come una domanda non capita, o gli insegnanti che chiedono di ripetere, o le voci a scatti. Non sarebbe facile sostenere un colloquio in questo modo». La maturità inoltre, come ben ricorda la giovane studentessa nella sua lettera, non è solo l’esame in sé, ma tutta una serie di esperienza che quest’anno i maturandi del 2020 non avranno la possibilità di vivere.

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«Non vivremo l’ultima campanella, l’ultima ansia da interrogazione, l’ultima merenda tra quelle orribili pareti gialle, le ultime sgridate, risate con i compagni, gli scherzi, i regali, gli addii, l’ultima canzone, l’ultimo ballo, l’ultimo viaggio – dice nella sua lettera Annachiara – Il pensiero che tutto questo verrà ridotto ad un vuoto e insensato colloquio online è ancora più demoralizzante».

Ecco dunque che la studentessa rivendica la possibilità di poter fare almeno l’esame in presenza, per poter varcare il cancello del Buonarroti un’ultima volta come tanti studenti prima di lei e per poter vivere un briciolo di quella adrenalina tipica della maturità. «La teledidattica è sicuramente funzionale e aiuta gli studenti nello studio delle diverse materie in questo periodo di emergenza, – afferma Annachiara – ma non può sostituire le lezioni dal vivo che si tenevano a scuola e nemmeno un esame».

Le numerose lettere mandate dagli studenti e dai presidi stanno inducendo però la ministra in questi giorni a prendere seriamente in considerazione un Esame di Stato fatto a scuola senza scritti, ma con un’unica prova orale in cui gli studenti saranno interrogati dalla commissione sulle diverse materie. Nessuna comunicazione è ancora ufficiale, ma i maturandi vogliono avere al più presto risposte sul loro esame. –

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