Librai al Comune, concorrenza sleale
«Comune bancarellaio con prezzi di libri da macero», «Comune che vuol far chiudere le librerie indipendenti», «Comune che pretende tasse di rifiuti astronomiche anche se buttiamo solo cartoni che poi riciclati fanno guadagnare chi? L’Acegas? Il Comune?», «Comune che non agevola le librerie sugli affitti e poi si mette a far concorrenza, perché non vende anche salsicce?». Uno scoppio di furia è uscito da alcuni librai alla notizia che le Biblioteche civiche organizzano il 13 e 14 dicembre, per la seconda volta, un “Mercatino di Natale” smaltendo a poco prezzo, da un euro in su, giacenze di libri doppi, cataloghi editi dal Comune e mai ben distribuiti, libri sorpassati, romanzi che nelle biblioteche pubbliche non vengono più richiesti. Con i soldi guadagnati comprerà libri nuovi, ma i librai affondano il coltello: «Biblioteche che comprano solo dai grossisti, ma che hanno anche comprato dal fallimento della Fenice col 90% di sconto...». Non sono questi però i libri del “Mercatino”.
Stretti da una crisi spaventosa, di cui accusano anche gli enormi affitti («per questo motivo - scrive fra l’altro Alessandro Ambrosi della “Transalpina” - hanno chiuso la libreria del Giulia, lo stesso Zorzon, mentre la libreria slovena si è salvata solo perché è un presidio della comunità...»), i librai accusano il Comune di «concorrenza sleale». Lo scrive Paolo Deganutti della Einaudi, aggiungendo: «Fra i compiti istituzionali del Comune non rientra quello di improvvisarsi commerciante in concorrenza con i propri concittadini, perciò se la Biblioteca civica ha avanzi e doppioni da acquisti poco professionali presso grossisti nazionali dovrebbe regalarli a enti assistenziali e benefici (ospedali, Itis, carceri, ecc.) invece di metterli sul mercato inquinandolo con politiche scontistiche insostenibili per le librerie locali».
«Ci mancava proprio la promozione degli sconti del Comune» protesta Ambrosi dopo aver detto «noi diventiamo matti mese dopo mese per riuscire a pagare affitti e spese e fornitori ma siamo ancora qui dopo 20 anni con altri librai indipendenti che stringono i denti e la cinghia». Sotto accusa le mancate facilitazioni comunali, la mancata offerta di sedi con affitto agevolato, ma critiche anche «alla Camera di commercio che non ha mai dato incentivi magari come contributo per lo sviluppo informatico delle librerie». Lo sconto è un incubo per i librai: «Se non strasconti - prosegue Ambrosi - la gente ti dice che sei un ladro, contratta come se fossimo dei “vu’ cumprà”». E Deganutti annuncia «non pagherò più le tasse comunali» e racconta dell’Austria, dove i prezzi di copertina sono fissi per legge, perché i margini sono bassi, «perfino Amazon se vuol vendere nel paese deve rinunciare alle offerte».
Ambrosi ha un elenco di doglianze senza fine: «Lo sa che le biblioteche non comperano un solo libro dalle librerie? Che le case editrici triestine sono costrette a inviare copia gratuita? Che un illustre direttore della Civica di un tempo faceva puntualmente il giro delle librerie acquistando sempre qualche copia? Grazie al “tutto a un euro” il libro nella testa della gente non vale più nulla». La direttrice delle biblioteche, Bianca Cuderi, risponde qui a fianco.
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