Liberazione, il sindaco di Trieste contestato alla Risiera di San Sabba

TRIESTE Una cerimonia per il 25 aprile particolarmente infuocata a Trieste, con due proteste in un sol colpo.
La contestazione contro il sindaco. Il primo cittadino Roberto Dipiazza è stato pesantemente contestato: nel momento in cui ha preso la parola, da un folto gruppo di persone sono partiti fischi e grida di «vergogna».
Dalla folla anche qualche accusa di essere «fascista». Sventolando fazzoletti rossi verso il cielo, i contestatori hanno cominciato a intonare anche il canto «Bella Ciao». La contestazione è proseguita fino a quando il sindaco non ha concluso il suo intervento, che non ha mai interrotto. Fra i motivi della protesta, il saluto di Dipiazza al leader di Forza Nuova Roberto Fiore, che il 24 febbraio scorso era a Trieste per la presentazione dei candidati del partito di estrema destra.
La comunità ebraica lascia la cerimonia. Contestato, con qualche fischio, anche il rabbino Alexander Meloni che, quando dal pubblico sono comparse bandiere palestinesi, ha abbandonato la cerimonia, insieme alla delegazione della comunità ebraica.
Ad alcuni cittadini che si erano presentati all'inizio della cerimonia con le bandiere palestinesi, è stato chiesto di ritirarle. In cambio, la comunità ebraica ha detto che avrebbe tolto le bandiere di Israele. Solo che, nonostante le bandiere di Israele siano state tolte, quelle palestinesi sono rimaste esposte. Da qui la presa di posizione del rabbino e i fischi che ne sono seguiti.
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