L’hotel Hilton svela sue carte tra suite, palestre e stanze-archivio
Debutto in grande stile per il 4 stelle in piazza della Repubblica Investimento da 25 milioni per 125 camere su quattro piani

Il nuovo Hilton in piazza Repubblica (Bruni)
TRIESTE Il primo Hilton della regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Alle ore 15 di ieri il palazzo in piazza Repubblica, dal quale la dinastia dei Frigessi guidava un regno di polizze, è diventato albergo con tutti i crismi della ufficialità. Al mutare della funzione mutano le sigle, da Ras a Hilton: forse la cosa avrebbe divertito i fratelli Ruggero e Arduino Berlam, che progettarono l’edificio e ai quali è dedicato il bar. I primi clienti si sono affacciati alla monumentale accoglienza per avere accesso alle camere, dove nella prima edizione berlamiana si estendevano gli uffici della compagnia. Evoluzioni del terziario.
A Trieste apre l'hotel Hilton DoubleTree: gioiello nel palazzo ex Ras
In mattinata, invece, giro di propaganda nei meandri del nuovo “4 stelle”, che abbraccia - eccettuata la porzione presidiata da Coin - quasi un isolato: 12.000 metri quadrati di albergo su un totale di 20.000 mq, uno sviluppo di quattro piani, 125 stanze di cui 25 suite, ascensori panoramici, restauri “filologici” nelle parti comuni dove sono state conservate la stanza e la scrivania di Arnoldo Frigessi. Riflettori accesi sulle stanze di maggiore richiamo, dalla già celebrata “229”, dove una volta funzionava il “cral” della Ras, alla vedette di giornata, la “303” in passato custode dell’archivio societario. Ripasso infine al quarto piano che ospita le palestre e le saune.
Circa due anni e mezzo di lavori, condotti dalla trevigiana Carron, iniziati nel luglio del 2017. Un investimento complessivo di 25,5 milioni, garantito dalla proprietà Allianz (22 mln) e dalla gerenza Hnh (3,5 mln). Hnh verserà un canone d’affitto ad Allianz e le royalties a Hilton per l’utilizzo del marchio DoubleTree. Luca Boccato, amministratore delegato della veneta Hnh, coglieva l’occasione per festeggiare con Trieste l’undicesimo evento inaugurale: tra pochi mesi saliranno a 12, una volta tagliato il nastro nell’hotel dell’Urbe, a 200 metri dal Viminale. Il gruppo è nato nel 1999 e ha coltivato una direttrice espansiva nordorientale: Jesolo, Venezia, Veriona, Gorizia, Bologna. Ora la scommessa triestina coinvolge Boccato: «La città ha molte ragioni di interesse, economico e turistico, se poi l’aeroporto di Ronchi avesse un maggior numero di voli sarebbe ancora meglio ...».
La proprietaria Allianz - rammenta il responsabile dell’asset management dei Allianz Real Estate, Fulvio Delaiti - è alla terza riqualificazione in chiave alberghiera, dopo l’ex Maison Moschino a Milano e Borgo San Felice a Castelnuovo Berardenga: tra breve ce ne sarà anche una quarta, ancora a Milano stavolta in via Santa Sofia. E ricorda, a proposito di investimenti triestini, i cinquanta milioni impiegati nel “refurbishment” della sede in largo Irneri.
L’apparato ricettivo è pronto agli ordini del direttore Tito Di Benedetto, restaurant “Novecento” - chef Pasquale Sacco - compreso: il ristorante “al piano”, cioè non nel consueto piano terra, da anni non lo si scorgeva nel panorama gastronomico del territorio e i gestori sono incuriositi da quelli che saranno i risultati. Intanto sono in arrivo le festività di fine d’anno e il management preannuncia un San Silvestro di gala.
Anche il negozio triestino di fascia alta ha voluto essere presente all’esordio dello storico palazzo riconvertito: ecco le vetrine di Bastiani, di Oppenheim, di Giulia Bernardi che espone vicino alla sala convegni “Adriatica”, capace di un’ottantina di posti, oggetti preziosi fine Ottocento-inizi Novecento, in linea con l’anagrafe dell’edificio. —
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