L’hip hop senza confini del mago dei selfie Nema

TRIESTE Si è cullato nella tranquillità di un'amaca in un bungalow a strapiombo sul fiume Mekong e ha dormito con il coltello sotto il cuscino a Giacarta. Ha raccolto cavolfiori in una fattoria australiana e aglio in un'azienda agricola della Tanzania. Si è lasciato rapire dal fascino della natura neozelandese e dall'imperturbabilità dei cambogiani. Ha girato in lungo e in largo, con pochissimi soldi in tasca e uno zaino sulle spalle, la Thailandia, l'Australia, la Malesia.
Per poi tornarsene, due anni dopo, dove tutto ha avuto inizio, a Trieste, con uno smartphone zeppo di selfie scattati in tutti i posti che ha visitato, una canzone hip hop in testa e un'idea promettente: mettere in soffitta i filmini e raccontare il suo viaggio dall'altro capo del mondo con un video musicale. Con l'aiuto di un dj di Melbourne, del bassista di Gianluca Grignani, Max Gelsi, e del cantante Massimo Bonano la sua idea è diventata realtà. Nemanja Dajic, aka Nema, 26enne triestino di origini serbe, viaggiatore-musicista del 21° secolo, ha registrato un video hip hop che ha tutte le carte in regola per diventare virale: carrellata di selfie in posti da favola, ritornello orecchiabile e coriste da sballo.S'intitola "Don't know what I want?" e ripercorre le principali tappe del suo viaggio, un “mollo tutto” nel suo significato più pieno.
«Avevo letto molti racconti di viaggiatori e volevo provare l'esperienza sulla mia pelle - racconta Nema - . Era il settembre 2013 e la mia vita si ripeteva sempre uguale: lavoro di giorno, in uno studio di termoidraulica, e uscite con gli amici di sera. Mi sentivo in gabbia, così ho deciso di lasciare tutto e partire: mi sono licenziato, ho venduto la macchina, e con i soldi ricavati ho comprato un biglietto aereo di sola andata per il giorno dopo. Destinazione Melbourne, Australia, dove avevo letto che fino ai 30 anni è possibile ottenere un visto vacanza-lavoro di un anno, a patto di lavorare per tre mesi in un'azienda agricola. Mi avevano detto che le retribuzioni erano alte: avrei potuto lavorare qualche mese e poi riprendere il viaggio. Così finiti i soldi in tasca ho trovato un impiego in un hotel per qualche mese, per poi spostarmi in una piantagione d'aglio di un'azienda agricola della Tasmania».
A portarlo fin lì sono una signora serba e sua figlia, che Nema incontra per caso e con cui stringe amicizia. Nella fattoria incontra la sua futura ragazza, taiwanese, e con lei torna in Australia, per intraprendere un viaggio in bus lungo tutta la costa orientale dell'isola. Per conservare il visto Nema lavora ancora per un mese in quattro aziende agricole nella zona di Brisbane. Le condizioni lavorative sono molto pesanti: «Mi svegliavo alle 4 del mattino per lavorare quasi ininterrottamente per nove ore, passando dai 5 gradi dell'alba ai 40 del mezzogiorno». A settembre torna a Melbourne per fare una sorpresa alla fidanzata, poi da lì prende un volo per l'Indonesia. «Ma ci sono stato poco, perché è stato l'unico posto dove mi sono sentito come un pesce fuor d'acqua. A Giacarta c'è molta povertà e la città non è sicura per i turisti: lì tutti mi guardavano come fossi stato un lingotto che cammina».
Perciò si sposta in Malesia, a Kuala Lumpur. Sul traghetto per Penang conosce dei ragazzi tedeschi e con loro visita l'isola. Quindi raggiunge in bus la Thailandia, dove resta un mese, visitando le principali città e isole. Da Chiang Rai prende un traghetto di legno ed entra in Laos risalendo il fiume Mekong. Arriva a Luang Pranang, poi con il tuk-tuk, il tradizionale taxi a tre ruote, si spinge fino a Pakse. Alla fermata del bus incontra una ragazza tedesca che viaggia sola e insieme vanno nelle 4000 Island e poi in Cambogia. Lungo la strada per Phnom Penh ci sono ancora i crateri dei bombardamenti. Nema decide di tornare a casa, a Trieste, ma si ferma solo per qualche mese, per poi ripartire di nuovo e raggiungere la sua ragazza in Australia. Lì comincia a raccogliere tutti i suoi selfie, scrive il testo di una canzone e, con l'aiuto di un dj di Melbourne, Rellik, costruisce il suo personalissimo rap di viaggio. A novembre 2015 è in Nuova Zelanda e un mese dopo a Sidney per il Capodanno, ma a febbraio torna definitivamente a Trieste. Presenta il suo lavoro a Max Gelsi e Massimo Bonanno, che apprezzano il suo stile e decidono di aiutarlo con gli arrangiamenti e il testo. Nasce così "Don't know what I want?".
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo