L’Ezit mette all’asta l’asilo nido di Domio, genitori in allarme

Un asilo non è un capannone industriale, ma le procedure di liquidazioni sono implacabili e a novembre scade il mandato del commissario Paolo Marchesi: per cui anche la struttura educativa situata in via Morpurgo, proprietà dell’Ezit, finisce all’asta.
La cooperativa sociale “L’Arca”, che da dieci anni giusti-giusti gestisce l’ex centro servizi realizzato alcuni decenni fa dal liquidando ente industriale, attende con il fiato sospeso le ore 10 di venerdì 9 giugno, quando nella palazzina-comando di via Caboto saranno aperte le buste. La base d’asta è decisamente sostenuta: si parte da 486 mila euro. Le offerte debbono pervenire al commissario non oltre il mezzogiorno del 5 giugno.

Come spiega l’avviso pubblicato dalla liquidazione Ezit, la vendita riguarda un terreno di 3.475 metri quadrati, che contiene un edificio su un unico piano ampio 993 mq, dotato di un portico di 105 mq. Parco-giochi e parcheggio completano la metratura del “Nido dei nidi”, la struttura all’interno della quale operano due asili denominati “Arcobaleno 1” e “Arcobaleno 2”.
Dal punto di vista squisitamente economico, cedere uno spazio con una tipologia funzionale così definita a quasi mezzo milione di euro è un’impresa notevole. Anche perchè le facciate esterne - come relaziona la perizia - «risultano in pessime condizioni e richiedono radicali interventi di manutenzione», al punto che in alcune parti «sono affiorati i ferri di armatura». Dalla Regione è giunto un contributo di 80mila euro proprio per sistemare gli esterni, e se ne sta occupando, in qualità di progettista e direttore-lavori, Giovanni Cervesi.
Il “Nido dei nidi” sorge nella zona di Domio, a cavallo tra Borgo San Sergio e San Dorligo. Per lungo tempo era stato gestito dal Comune di Trieste, che poi aveva mollato gli ormeggi: così nel 2007, al tempo della presidenza Azzarita, Ezit aveva emanato un bando per la conduzione dell’asilo, vinto da “L’Arca”. L’intero compendio, sommando i due “Arcobaleni”, può ospitare fino a 120 bimbi: al momento - ricorda la presidente Giorgia Sbrizzi - ce ne sono 95, di cui 15 lattanti. È sempre Giorgia Sbrizzi a sottolineare una peculiare caratteristica di “Nido dei nidi”, pensato per accogliere i figli dei lavoratori impegnati nella zona industriale: per esempio, sia Wärtsilä sia Illy hanno stipulato convenzioni per agevolare l’utenza dei rispettivi dipendenti. All’epoca si trattò, perlomeno in quell’area periferica, di un servizio socialmente innovativo.
Giorgia Sbrizzi non nasconde le preoccupazioni per la sorte della struttura, anche se l’eventuale passaggio di proprietà non dovrebbe comunque avere effetti traumatici nel breve periodo, in quanto l’attuale gestione può contare un un contratto che garantisce altri sei anni di affitto.
Affitto non simbolico, perchè “L’Arca” corrisponde all’Ezit, ogni santo mese, 5mila euro. «Quando abbiamo saputo che anche l’asilo sarebbe stato messo all’asta - dice la presidente - abbiamo presentato un’offerta (circa 200mila euro, ndr) - aggiunge Sbrizzi - che però venne ritenuta troppo bassa». La cooperativa “L’Arca” partecipa al consorzio “L’Arca” insieme ad altre tre coop sociali. Nello spazio di via Morpurgo, tra l’altro, funziona un centro-cottura che serve le quattro realtà e sforna quasi 300 pasti al giorno. Rinunciarvi sarebbe un peccato.
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