L’Ezit in liquidazione “strozza” le aziende
L’ex presidente di Ezit e attuale presidente di Confartigianato Dario Bruni ha in mente una percentuale del 30%. Il suo successore al liquidando ente Stefano Zuban rammenta una quota del 25%. Il commissario Paolo Marchesi precisa che è in corso un «faticoso inventario» e tra qualche giorno avrà un quadro più chiaro. Non trascorre settimana che la frettolosa liquidazione dell’Ezit, imposta dalla Regione Fvg, non produca qualche rogna.
Stavolta tocca alle aziende che affittano immobili dell’ex ente industriale e che hanno problemi a saldare il canone con regolarità. Perchè la lunga crisi ha lasciato il segno e non tutte le mesate sono uguali. Parliamo di 50-60 realtà su 250. In passato le amministrazioni ordinarie - di cui Bruni e Zuban sono stati gli epigoni - hanno gestito con una certa flessibilità un fenomeno che, come abbiamo premesso, avrebbe vaste implicazioni interessando da un terzo a un quarto delle imprese affittuarie, con poco meno di un milione di crediti “incagliati”.
Ma al presente la gestione commissariale è costretta a fare i conti con i termini della propria scadenza, che battono con il mese di novembre 2016. Quindi, per lasciare tutto in ordine (non si sa ancora bene nelle mani di chi), occorre che gli inquilini sistemino le pendenze entro il 30 settembre, in modo da lasciare il tempo al liquidatore di provvedere agli eventuali decreti ingiuntivi.
Insomma, 5-6 mesi per mettersi al passo. Marchesi è consapevole del problema anche se preferisce sdrammatizzarlo: «Credo che la Regione interverrà a integrare i provvedimenti che disciplinano la liquidazione dell’ente. Dobbiamo sapere come comportarci a fronte di eventuali contenziosi originati dalla questione-affitti. Penso inoltre che un criterio fondamentale da adottare sia il buon senso: un sistema di rateizzazioni, per esempio, potrebbe consentire l’attenuazione delle criticità e garantire un efficace azione di recupero». «Stiamo verificando il numero effettivo delle aziende in ritardo nei pagamenti dei canoni - riprende Marchesi - per fare chiarezza sulle sovrapposizioni tra morosità e pignoramenti eseguiti da Equitalia, che ci ha fatto avere l’elenco dei suoi interventi».
«Vorrei ancora puntualizzare - conclude il commissario dell’Ezit - che finora non abbiamo proceduto ad alcun decreto ingiuntivo e la nostra volontà è quella di governare la situazione in maniera non traumatica. Però attenzione: non vorrei che la crisi diventasse un alibi e il pagamento degli affitti un’opzione. Insomma, Ezit non diventi l’ultimo della fila...».
Preoccupato invece Bruni: «No ad accelerazioni per fare cassa, no a pressing ammazza-aziende, si tratta di crediti gestibili e, un domani che il commissariamento sia terminato, trasmissibili a chi riceverà il patrimonio dell’ente».
Può darsi che questo tema, molto avvertito dal vasto mondo delle micro-imprese triestine, rimbalzi nell’aula del Consiglio comunale dove stamane alle 10.30 il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, accompagnato dal sindaco Cosolini, discuterà le prospettive dell’area industriale nella logica del dopo-Ezit. L’avocazione delle competenze Sin (bonifiche) da parte della Regione e la costituzione di un consorzio a surroga del vecchio ente saranno tra i principali argomenti di confronto. L’idea consortile, lanciata dal municipio triestino, non convince tutti: per esempio la Camera di commercio, che per conto della Regione ha in cassa quasi 11 milioni di Rilancimpresa, tace e non sembra acconsentire.
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