Lezioni in cinese per 200 studenti goriziani

Il mandarino come lingua d’insegnamento curricolare. Allo “Slataper” una delle tre aule italiane che dipendono da Pechino
Gli studenti goriziani protagonisti del progetto con la Cina
Gli studenti goriziani protagonisti del progetto con la Cina

GORIZIA Dall’anno prossimo al polo liceale di Gorizia partirà una sperimentazione di insegnamento curriculare in lingua cinese. Oggi sono già quasi 200 le persone che all’Isis “Alighieri” studiano il mandarino con una docente madrelingua e ogni anno un gruppo di alunni partecipa allo scambio culturale con i coetanei della Scuola 57 di Pechino. Fino a questo momento le lezioni si sono però limitate allo studio della lingua, non alla sua applicazione pratica. In casi limite, c’è stato chi ha deciso di trascorre nella capitale cinese un intero anno scolastico o un semestre e, al momento, sono due gli studenti che si trovano all’estero; ma si tratta ancora di un’eccezione, non della regola.

«Oltre a studiarlo – spiega la dirigente scolastica Vilma Candolini – utilizzeremo il cinese per veicolare qualche disciplina più tecnica, come quelle scientifiche. Non potrà ovviamente essere un insegnamento a tempo pieno, ma di certo questo allargamento renderà più funzionale lo studio della lingua». Il progetto è stato presentato sia al rettore dell’Università di Trieste, sia ai dirigenti della Danieli e ha riscosso notevole curiosità. «Si sono dimostrati tutti molto interessati. Il mercato ha bisogno di tecnici e ingegneri in grado di parlare cinese. È per questo che vogliamo avviare un indirizzo internazionale del genere». «A marzo – ricorda la senatrice Laura Fasiolo, ex preside del Polo liceale e prima promotrice del programma d’interscambio con Pechino – il governo italiano ha ratificato il protocollo bilaterale con il quale vengono riconosciuti i rispettivi titoli di studio». L’aula autonoma “Confucio” di Gorizia allestita in via Diaz al primo piano dello “Slataper” dipende direttamente da Pechino ed è una delle tre realtà di questo genere attualmente esistenti in Italia. «Quest’anno avevamo quattro classi al mattino e tre al pomeriggio – evidenzia l’insegnante Sunny Qiao -. In totale ho 187 studenti tra i 13 e i 42 anni. In mandarino abbiamo quattro tipi di accento, ma la pronuncia e la grammatica sono molto facili. Qualche problema c’è invece con la scrittura. Ma una parola alla volta si può imparare e dopo i primi sei mesi i risultati sono già soddisfacenti».

I ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al viaggio in Cina hanno raccontato ai compagni di scuola le loro personali esperienze. Filo rosso delle testimonianze: i dubbi precedenti la partenza, dissolti una volta a destinazione. Nell’incontro c’è stato tempo anche per un breve collegamento video con i due studenti attualmente a Pechino. «Gorizia è una città piccola – nota Sunny Qiao – e non è possibile immaginare cosa sia la Cina. È un mondo molto diverso da quello che si vede in televisione e ogni volta che i ragazzi tornano poi cominciano a studiare la lingua molto più seriamente».

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