Lezioni a distanza? Non tutti le contestano

Agli studenti manca la scuola in presenza, non c’è dubbio. Ma non tutti i ragazzi sono ansiosi di tornare sui banchi. Manuel me l’ha detto chiaro e tondo, l’altro ieri, in una discussione durante una lezione telematica: «So che altri miei compagni la pensano diversamente, ma io in tutta sincerità se dovessero riprendere le lezioni in presenza, in questo momento non le frequenterei serenamente, visto il numero ancora alto dei contagi. Oggi didattica a distanza mi sembra ancora un buon compromesso».
Forse sul suo punto di vista influisce una particolare consapevolezza, legata al fatto che entrambi i genitori sono medici.
Sabrina, per parte sua, è pronta a riconoscere i lati positivi delle lezioni a distanza: «In fondo è più comodo seguire le lezioni al computer dalla propria stanza e senza mascherina, che in classe tutti fermi per il distanziamento e con la mascherina per 5 o 6 ore di seguito».
Una recente ricerca ha mostrato che i ragazzi hanno guadagnato in media un’ora di sonno in più, poiché, con le lezioni da casa, non devono svegliarsi troppo presto per raggiungere le scuole. Da insegnante aggiungo un altro elemento: la convinzione che chi vuole seguire le lezioni lo fa anche da casa, mentre chi non vuole seguirle non le segue neanche se è fisicamente in un’aula scolastica.
Sono, questi, argomenti che ci aiutano ad affrontare l’insegnamento a distanza con spirito positivo, senza profonderci in inutili lamenti. Ad aiutare insegnanti e studenti ad affrontare quest’esperienza fino a pochi mesi fa del tutto inedita giungono anche i consigli degli esperti. Come quelli offerti da Raffaele Mantegazza in un prezioso volumetto pubblicato da Castelvecchi Editore, di cui consiglio la lettura a docenti e alunni: “Sopravvivere alla Dad” .
L’autore, professore di Scienze pedagogiche, segue lo svolgimento di una giornata di didattica a distanza, dal primo saluto fino al termine delle lezioni, evidenziando tutte le specificità (e potenzialità) di questo modo di fare scuola. E spiega come il fulcro di ogni tipo di insegnamento sia sempre la relazione, il prendersi cura l’uno dell’altro: «Ottimi risultati e buone pratiche con la didattica a distanza sono possibili solamente quando c’è una rete di relazioni orizzontali e verticali positiva e curata tra gli insegnanti e gli allievi, e tra i ragazzi della stessa classe». Dunque prima di ogni altra cosa cerchiamo di mantenere vive la relazione, al di là dei mezzi che impieghiamo per farlo.
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