«L’Expo 2015 sul caffè ultimo treno per Trieste»
«Non solo è un’occasione unica e irripetibile, è forse l’ultima: Trieste si rilancia nel 2015 oppure muore». Andrea Illy, presidente e ad di Illycaffé, non crede affatto di esagerare quando parla del formidabile traino che l’Expo di Milano, un evento che lo sta coinvolgendo totalmente, può costituire anche per la sua città. «La nostra azienda è partner ufficiale di Expo 2015 in accordo con l’International coffee organization - ricorda - a Milano realizzeremo la più grande celebrazione della storia sul caffé. L’Italia è il Paese che ha insegnato al mondo intero a consumare il caffé, ma Trieste del caffé è la capitale italiana davanti a Napoli, Venezia e Torino. Oltre che fulcro geografico è il crocevia storico tra la tradizione mitteleuropea, austro-ungarica in particolare, e quella della penisola italiana: chiave di volta tra la bevanda calda viennese e l’elisir dell’espresso. Trieste dunque si trova al centro di un gioco di virtuosi incastri unico e irripetibile: sono gratificato del fatto che la presidente della Regione Debora Serracchiani, il sindaco Roberto Cosolini e il presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti abbiano recepito questo messaggio.»
Sta prendendo corpo dunque un’esposizione parallela “mignon” che, nel medesimo spazio temporale cioé dal primo maggio al 31 ottobre 2015, riproporrà i temi del cluster del caffé di Milano al Salone degli incanti di Trieste, oltre a una serie di eventi diffusi in città: tutto ciò sarà anche l’embrione del futuro Museo del caffé che proprio a Trieste, e presumibilmente in più sedi, dovrebbe trovare collocazione a partire dal 2016. «A Milano - racconta Illy - avremo a disposizione uno spazio di 4.500 metri quadrati e saranno presenti non solo i 12 Paesi produttori a partire dall’Etiopia ma anche i 140 Paesi consumatori a incominciare proprio dall’Italia. In questo modo riporteremo l’Italia nel ruolo che le è tradizionalmente consono, al centro del campo dopo che per decenni sul consumo del caffé hanno speculato produttori non italiani, estranei al patrimonio storico e culturale di questo prodotto, e debelleremo anche in quest’ambito il fenomeno dell’Italian sounding». Si tratta di un idomatismo che definisce il fenomeno di contraffazione imitativa che colpisce i prodotti italiani del comparto agroalimentare anche se protetti da indicazioni geografiche o denominazioni di origine.
«Il Salone degli Incanti come spazio temporaneo mi sembra un’ottima soluzione - è il ragionamento che fa ancora il presidente della Illycaffé - poi bisognerà trarre un bilancio dell’esposizione in tema di riscontri e di pubblico e decidere sul Museo del caffé che dovrà essere un’istituzione interattiva non solo rivolta alla storia, ma anche al presente e al futuro. L’opzione Palazzo Carciotti mi sembra laboriosa e costosa, la sede più opportuna potrebbero essere proprio i Magazzini 27 e 28 del Porto Vecchio perchè l’immaginario del caffé rimanda al porto in particolare. Ma qui si accavallano più questioni perché proprio in questi hangar si svolgerà a ottobre la manifestazione TriestEspresso Expo. Oggi è riservata agli addetti ai lavori, dovrebbe ampliarsi al grande pubblico e trasformarsi nel Festival del caffé che Trieste potrebbe ospitare periodicamente sulla falsariga di quanto accade a Perugia con il Festival del cioccolato». Dall’Expo 2015 dunque un trampolino per Trieste capitale mondiale del caffé con Museo e Festival. «Per rilanciare l’economia, il turismo e l’immagine della città forse è l’ultima occasione», ripete Andrea Illy.
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