L'ex responsabile dell’Ortofrutticolo dovrà risarcire il Comune con 757 mila euro
Riconosciuto colpevole di danno erariale dalla Corte dei conti il dirigente già condannato per peculato
Silvano Trieste 16/01/2013 Mercato Ortofrutticolo
TRIESTE La Corte dei Conti del Fvg ha condannato l’ex responsabile del mercato ortofrutticolo di Trieste, il 66enne Maurizio Sodani, a risarcire il Comune di Trieste della somma complessiva di 757 mila euro.
È un esito che va ad aggiungersi a quello dell’inchiesta del 2013, condotta dal pm Massimo De Bortoli, che a partire da dei casi di assenteismo al mercato di Campo Marzio aveva portato alla luce un giro di soldi non fatturati sugli affitti temporanei di spazi e magazzini. L’azione risarcitoria della Corte dei Conti parte da un esposto anonimo pervenuto alla Procura regionale nel 2011 e della successiva denuncia di danno erariale effettuata dal Comune.
Silvano Trieste 16/01/2013 Maurizio Sodani
L’organo requirente ha acquisito gli atti relativi alla richiesta di rinvio a giudizio di Sodani per peculato e alla sentenza del 2018 con la quale il Tribunale di Trieste ne ha disposto la condanna alla pena di quattro anni di reclusione. I giudici hanno tenuto conto anche del provvedimento di licenziamento di Sodani e delle verifiche che gli uffici comunali hanno condotto per quantificare l’ammanco arrecato alle casse di Palazzo Cheba.
Secondo la ricostruzione dei fatti della Procura contabile, Sodani ha creato il buco grazie al ruolo di agente contabile incaricato della riscossione dei pagamenti effettuati dagli utenti del Mercato ortofrutticolo all’ingrosso (per l’utilizzo di box, parcheggio, abbonamenti della sosta automezzi e pedaggio d’ingresso). Grazie a quell’incarico Sodani «avrebbe incassato, tra il 2003 e il 2013, somme per complessivi euro 701.118,33 omettendone la contabilizzazione e il versamento nelle casse del Comune».
Il dispositivo enumera poi le diverse provenienze del denaro, elencando vari imprenditori che versavano a Sodani dei regolari importi, che quest’ultimo contabilizzava solo in parte, intascando il resto. «In aggiunta a tale somma - si legge ancora nella sentenza -, quale diretta conseguenza della riferita condotta dolosa, l’organo requirente ha contestato (a Sodani ndr) un danno ulteriore di 56 mila euro». Si tratta delle somme pagate dal Comune «a titolo di maggiori imposte, sanzioni ed interessi conseguenti alla presentazione infedele della dichiarazione Iva annuale, all’omessa o infedele registrazione di documenti e alla mancata liquidazione di imposta o registrazione di maggior credito di imposta».
Trattandosi di un esborso «direttamente riconducibile» alle «condotte illecite» di Sodani, per i giudici «non v’è dubbio» che costituisca un danno erariale di cui lo stesso va «chiamato a rispondere». Il Collegio osserva anche che le verifiche della Gdf confermano «la tesi accusatoria che ascrive a (Sodani ndr) una condotta dolosa, caratterizzata dalla consapevole volontà di agire in violazione dei doveri di servizio». —
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