L'ex presidente leghista della Regione Alessandra Guerra si iscrive al Pd
L’ex pasionaria della Lega ha preso la tessera a Tricesimo. I democratici già si chiedono chi appoggerà al congresso

TRIESTE «Desidero ripartire dalla base. Con umiltà». Alessandra Guerra, quindici mesi dopo il fragoroso divorzio dal Senatur, riappare. Non più come «first lady» del Carroccio, ma come «semplice iscritta» del Pd. Sceglie gli avversari di un tempo, dunque, e lo fa con convinzione: «Ricomincio dal partito più vicino ai valori in cui credo riallacciandomi al lavoro politico svolto durante gli ultimi due anni di impegno in consiglio regionale».
Non cerca la ribalta, così almeno ripete ad amici e nemici di un tempo, eppure la riconquista subito. Ed è inevitabile: l’ex pasionaria della Lega, approdata nei lidi non proprio tranquilli di un Pd alle prese con la sfida congressuale e l’exploit di Debora Serracchiani, occupa un posto pesante (e ingombrante) nella recente storia politica del Friuli Venezia Giulia. Diventa la prima presidente donna della Regione a 32 anni e poi, con alterne fortune, rimane sotto i riflettori per più di quindici anni. Nel 2003, vinto il braccio di ferro con Renzo Tondo e mandato in frantumi il centrodestra, sfida Riccardo Illy e perde. Cinque anni dopo, complice l’accusa di flirtare con il centrosinistra, paga pegno: la Lega non la ricandida in Regione e le nega un seggio sicuro in Parlamento. Lei non perdona e, alla vigilia del voto, si schiera con l’imprenditore del caffé. Stavolta, però, perde lui.
La Guerra sparisce. Si ritira a Tricesimo, dove abita con il marito e le due figlie di 17 e 7 anni, scrive un libro in uscita a settembre, diventa giornalista, inizia a collaborare con l’Università, tenendo un seminario alla facoltà di scienze politiche a Trieste, fa la mamma. Zero politica, o quasi: due apparizioni flash, l’una a Belluno durante la campagna elettorale del Pd e l’altra a Buttrio a un’iniziativa tutta al femminile sempre del Pd. Segnali, piccoli segnali: «Era da qualche mese che la sua iscrizione era nell’aria» confidano, adesso, nel Partito democratico. Poi, venerdì scorso, la mossa decisiva: la Guerra prende la tessera del Pd al circolo di Tricesimo. Quello sotto casa che conta su una trentina di iscritti e un big incontrastato: Giorgio Baiutti. E in effetti è proprio il consigliere regionale ad accogliere l’ex leghista: «Ci siamo trovati al bar, insieme con il responsabile del circolo Daniele Bezzo, il segretario provinciale dei giovani Miguel Velasco e il capogruppo comunale Daniele Cipriani, amico di lunga data della Guerra».
Quattro chiacchiere, una firma, 15 euro per la tessera, e la svolta dell’ex leghista si concretizza: «È stata una scelta lungamente meditata e serena. Ho maturato la consapevolezza che la politica è una grande passione per me e così ho ripreso il percorso interrotto bruscamente nell’aprile del 2008» dichiara, ancora, la neo-democratica. Nessuna abiura, nessun rancore: «Non rinnego la mia storia politica». Nessuna aspettativa, nessuna pretesa: «Ho atteso la fine della tornata elettorale proprio per evitare fraintendimenti. Desidero iniziare un cammino guardando al presente, non al passato, lavorando in modo costruttivo e con entusiasmo. Ripartendo dalla base. Con umiltà».
Non aggiunge altro, almeno per ora, l’ex presidente della Regione. Ma basta l’annuncio dell’iscrizione a far scatenare, con le reazioni, le illazioni, i sospetti e gli interrogativi. C’è un regista? E, se sì, chi è? E perché? «Non c’è nessun regista, figuriamoci» rispondono in casa Pd. Di sicuro, però, le prossime mosse della più celebre «semplice iscritta» tengono banco: la Guerra, tesserata in tempo per partecipare ai giochi congressuali, si schiererà? E con chi? Sceglierà Dario Franceschini o Pierluigi Bersani? Starà con Debora Serracchiani o, piuttosto, farà l’«anti-Serracchiani»? Lei non risponde, non ci pensa affatto, e se ne va al concerto di Madonna con la figlia maggiore.
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