L’ex ospedale civile diventa terra di nessuno

Era diventato una “palestra” di idee. Negli ultimi anni si è pensato di realizzare lì un campus universitario, uno spazio transfrontaliero per i giovani di Gorizia e Sempeter, una sede del politecnico di Lubiana. E via a progettare, architettare, sognare ad occhi aperti.
Ma l’ex ospedale civile è ancora lì: vuoto, abbandonato, terra di nessuno.
Vandali
protagonisti
C’è anche una novità, particolarmente sgradita: in questi anni si sono registrate almeno una quindicina di intrusioni. «Per fortuna, al di là di qualche porta o finestra forzata, non sono stati fatti grossi danni all’interno della struttura - spiega l’ingegner Debora Furlani, responsabile dei servizi tecnici aziendali dell’Ass isontina -. Insomma, si è trattato soprattutto di ragazzate, di vandalismi di basso profilo». I sanitari continuano ad essere (fortunatamente) al loro posto, così come non sono state toccate vecchie apparecchiature ormai inservibili perché non rispondenti più alle normative europee. L’Azienda sanitaria sta facendo di tutto per tenere sotto controllo la situazione. Ma non è facile. L’edificio è immenso e i possibili accessi sono talmente tanti che ci vorrebbero telecamere a sorvegliare ogni metro quadrato. E ciò è impensabile, nonostante viviamo nell’era del Grande fratello. «I nostri sopralluoghi sono continui e anche le forze di polizia - spiega ancora l’ingegner Furlani - hanno infittito i loro controlli, soprattutto nelle ore notturne». Per fortuna, nessuno ha “eletto” l’ospedale a propria dimora. «No, non c’è nessuno che vada a dormire al suo interno», sottolinea l’Azienda sanitaria. Quantomeno è stato scongiurato (almeno per ora) il triste destino che ebbe il vecchio ospedale di Monfalcone. «Peraltro, questo va detto, negli ultimi tempi le intrusioni si sono un po’ stoppate. Probabilmente i maggiori controlli hanno scoraggiato questi ragazzotti».
Il degrado
sta avanzando
Che fare di quell’immenso scatolone vuoto? Raderlo al suolo per valorizzare tutta l’area circostante come prevede il progetto “Giovani alla frontiera”? O ospitare al suo interno un centro universitario d’alta formazione come abbozzato dal Gect? Oggi c’è un’unica certezza e basata aprire gli occhi e guardare l’edificio: lo stabile comincia a degradarsi e a invecchiare precocemente. Del resto, senza manutenzioni è questo il suo destino. Le infiltrazioni e le intemperie stiano portando l’ex ospedale civile di via Vittorio Veneto ad un repentino (e assolutamente prevedibile) invecchiamento. E sono passati pochissimi anni dal trasloco nel nuovo (e troppo piccolo) San Giovanni di Dio. Sì, il pregevole stabile a croce di Lorena sta soffrendo in silenzio. Nonostante l’Azienda sanitaria isontina si stia adoperando per garantirgli un aspetto dignitoso, il degrado avanza, come abbiamo potuto facilmente appurare in un sopralluogo (l’ennesimo) che abbiamo effettuato ieri mattina. Il silenzio regna sovrano. Il trasferimento nelle palazzine laterali del dipartimento di prevenzione e del distretto sanitario alto isontino oltre ad altri servizi ha avuto, quantomeno, un merito: la parte terminale di via Vittorio Veneto, quella a ridosso del confine, stava risentendo gravemente del trasferimento dell’ospedale. Con il recupero delle due palazzine laterali si è avviato un processo di restituzione alle funzioni urbane di un’area della città che rischiava l’abbandono. La facciata viene mantenuta in ordine. La pulizia regna sovrana e non ci sono erbacce o arbusti. Alzando lo sguardo non si può non notare lo stato in cui versano le tapparelle: alcune stanno cedendo, il colore è ormai scomparso e hanno una tonalità molto triste. Ci sono anche parecchi calcinacci finiti sui marciapiedi. Il declino è inesorabilmente iniziato.
@FrancescoFain
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