L’ex numero uno di Luka Koper sbarca a Trieste grazie al gruppo Parisi
TRIESTE. Nella pregiata casa di spedizioni triestina Francesco Parisi tutto è rimasto come cristallizzato al 1807, anno di fondazione. Nell’open space dove lavorano gli impiegati sembra di sentire il ticchettio delle telescriventi che annunciano l’arrivo delle grandi navi piene di spezie e tessuti. Matteo Parisi con la regia del padre Francesco e il fratello Pier Tomaso, guida questa storica azienda di famiglia, uno dei nomi simbolo della Trieste emporiale. Come responsabile della finanza, un paio d’anni prima della crisi di Lehman Brothers (2008), ha gestito con successo la riorganizzazione della compagnia grazie alla vendita di immobili. La famiglia Parisi oggi è più unita che mai e non intende cedere il controllo aprendo la holding ad altri investitori: «Abbiamo superato tempi difficili e chiuso anni fa le filiali di Genova e Livorno. Oggi stiamo crescendo molto bene e fra breve inaugureremo la prima filiale in India dopo lo sbarco in Cina una quindicina di anni fa. Inoltre siamo presenti in Asia con con una joint venture».
La vera sfida oggi si chiama piattaforma logistica, l’imponente terminal multipurpose da 132 milioni per le navi portacontainer e traffici ro-ro che sarà la vera sfida del porto di Trieste nei prossimi anni. I lavori, già completati al 75%, dovrebbero concludersi «nella seconda metà di quest’anno». Il gruppo Parisi ha ottenuto la concessione trentennale il primo settembre 2014 («giorno importante anche perchè è nato mio figlio», commenta Matteo) come socio principale con il 46% di Piattaforma Logistica Trieste Srl costituita assieme alla Icop del costruttore Vittorio Petrucco (44%), Interporto di Bologna (6%) e Kosmo Ambiente (4%).
Con l’intuizione tipica delle grandi famiglie, la Parisi oggi porta a Trieste uno dei migliori top manager nel settore della logistica portuale. L’accordo è stato formalizzato nelle ultime ore. Si tratta dell’ex numero uno del porto di Capodistria (presidente dal 2014 al 2017), Dragomir Matić, ingegnere laureato in tecnologia dei trasporti, che ha operato nello scalo concorrente a Trieste per 25 anni. Per usare una metafora calcistica, Matić è il dirigente alla Marotta passato dalla Juve all’Inter. Capodistria non ha opposto clausole di concorrenza, e così il top manager sloveno entra di diritto nel pantheon dei tecnici di rango del porto di Trieste: «La presenza di grandi manager, con la regia attenta del presidente dell’Authority Alto Adriatico Zeno D’Agostino, si qualifica sempre di più perchè questo scalo oggi ha potenzialità notevoli come tutta la città», osserva Parisi. Matić non sarà il manager esterno “prestato” ai Parisi ma seguirà in via esclusiva la piattaforma logistica come terminal manager: «Trieste sta avendo un grande sviluppo e sta battendo tutti i record di movimentazione delle merci. La piattaforma sarà un modello di sinergia dove il futuro è rappresentato dall’intermodalità», osserva Matić.
La piattaforma logistica è destinata a diventare la più importante opera in costruzione nel sistema dei porti adriatici. I lavori, già completati al 75%, dovrebbero concludersi nella seconda metà di quest’anno. Con fondali superiori ai 14 metri c’è in progetto il raccordo con una grande piastra ferroviaria e un futuribile Molo Ottavo. Integrazione che potrebbe avvenire anche con una parte dell’acciaieria Arvedi. E da tempo si parla di una trattativa avviata da uno dei piu grandi terminalisti al mondo, China Merchant Group, per rilevare una partecipazione dai soci privati nella Piattaforma Logistica Trieste. Matteo Parisi conferma negoziati in corso con i cinesi ma non si sbilancia: «Il dialogo è avviato».
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