L’ex generale Gotovina denuncia gli Usa

Il ministero delle Finanze citato in giudizio per non aver tolto il suo nome dalla lista dei terroristi dopo l’assoluzione
Di Mauro Manzin

TRIESTE. L’ex generale croato Ante Gotovina, assolto in appello il 16 novembre del 2012 dal Tribunale internazionale dell’Aja dall’accusa di crimini di guerra, oggi imprenditore nel settore della maricoltura, cita in giudizio davanti alla Corte federale degli Stati Uniti d’America il ministero Usa delle Finanze in quanto il suo nome continua ad apparire, nonostante le continue richieste di cancellazione visto l’esito del processo dell’Aja, nella lista dei terroristi, o meglio, delle persone fisiche o giuridiche che non possono “fare affari” negli Stati Uniti perché in odore di terrorismo. L’ex generale non è proprietario di beni negli States ma la presenza in quella lista certamente lede la sua immagine anche di imprenditore.

Ante Gotovina era stato inserito nella lista delle persone considerate negli Usa terroristi o criminali sotto l’amministrazione dell’ex presidente George W. Bush il quale aveva ordinato che nel documento venissero inseriti anche tutti quelli che erano sotto processo presso il Tribunale internazionale dell’Aja per i crimini nella ex Jugoslavia. «Dal momento che il generale Gotovina non è più sotto accusa - spiega il suo avvocato che lo aveva patrocinato anche all’Aja, Luka Mišeti„ - non vi è più alcuna base giuridica perché il suo nominativo continui ad apparire in quella lista».

Gotovina viene attualmente patrocinato negli Stato Uniti dallo studio legale Patton Boggs guidato dall’avvocato Stephen Diaz Gavin che aveva difeso l’ex generale all’Aja. Nelle motivazioni dell’azione legale si legge che «lo status di persona segnalata sottoposta al regime delle sanzioni economiche non è legale e ha arrecato e continua ad arrecare un grave d’anno d’immagine». Più avanti si legge come l’ufficio del ministero delle Finanze americano che “gestisce” la lista non ha mai risposte alle diverse sollecitazione alla cancellazione presentate dalla fine del 2012 a oggi dall’ex generale.

Ante Gotovina, lo ricordiamo, venne catturato il 7 dicembre 2005 dalla polizia spagnola e dalle forze speciali in un resort alla Playa de las Americas a Tenerife nelle Isole Canarie. Lo stesso Gotovina disse di aver viaggiato grazie ad un passaporto falso, usando il nome di Kristijan Horvat. Il passaporto conteneva timbri di diversi paesi inclusi Russia, Cina, Repubblica Ceca e Tahiti. Nella sua stanza venne scoperta anche una somma di 12.000 dollari. Gotovina venne immediatamente trasferito a Madrid dove venne imprigionato finché fu estradato all'Aia il 10 dicembre 2005. Il 12 dicembre, davanti al tribunale si dichiarò innocente di tutti i capi d'accusa e d'accordo con il proprio avvocato dichiarò di «non essere la persona descritta in ogni caso».

La cella di Ante Gotovina a Scheveningen era posta accanto a quella dell'ex presidente serbo Slobodan Milosevi„. Alla morte di quest'ultimo venne inviata una lettera di condoglianze alla famiglia firmata da 34 detenuti del tribunale. Tra questi c'era anche Ante Gotovina. Molte polemiche vennero sollevate dai media croati che inizialmente non credettero alla notizia, finché non giunse la conferma dello stesso Gotovina. La chiesa cattolica croata apprezzò il gesto e la stampa sottolineò come in carcere, anche tra vecchi avversari, potessero nascere sentimenti di rispetto reciproco.

Il processo ad Ante Gotovina iniziò l'11 marzo 2008 e si concluse nel settembre 2010, con la condanna a 24 anni di reclusione. Il 14 maggio 2012 si aprì il processo di appello che si concluse il 16 novembre con l’assoluzione. E Gotovina da criminale divenne “l’eroe” della Croazia indipendente.

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