L’ex fantino con il sogno del Palio di Siena premiato da Mike a “Lascia o raddoppia”
TRIESTE Chi è il novantenne Luciano Tarlao, accusato dell’omicidio del coinquilino Mauro Vazzano e ora in cella al Coroneo? In Gretta lo notavano spesso con uno zaino in spalla e con le borse di nylon in mano, piene di scatolette di cibo per gatti. Talvolta lo si vedeva mentre rovistava nei cassonetti delle immondizie. Vestiva in modo trascurato e non dava molta confidenza, questo si dice di lui. Ma l’anziano ha un passato curioso.
Il novantenne è conosciutissimo a Siena: Tarlao, detto “il Polacco” (il padre aveva origini in Polonia), è stato in gioventù un fantino del Palio. Non ha mai corso direttamente ma ha preso parte a svariate prove della competizione tra gli anni Sessanta e Settanta. Un vero e proprio personaggio, tutt’ora nella memoria degli addetti ai lavori per le evoluzioni in piazza del Campo in sella al suo “Putnik”.
Il nome del Polacco, nelle memorie della celebre manifestazione, resta legato alle Tratte (l’operazione con cui vengono abbinati i cavalli alle dieci Contade). Putnik, peraltro, corse un Palio nel 1980. Cercando qua e là in rete, si trovano intere pagine legate al Palio con citazioni del “Polacco”. «Amava la manifestazione - si legge in un sito specializzato - anche dopo aver perso ogni speranza di correrlo. Era un bravissimo cavaliere, una persona colta che amava moltissimo i cavalli».
Il quotidiano il “Corriere di Siena”, che sta seguendo il caso dell’omicidio, fa notare come il gruppo “Ricordi di Palio” (un sodalizio che ritrova e intervista gli storici personaggi della kermesse) aveva contattato Tarlao circa un anno fa, ma poi non ci furono seguiti.
Altri si sono spinti oltre e, nonostante le difficoltà a rintracciare l’ex fantino, ormai anziano, sono riusciti ad avere informazioni sul suo conto. «Il Polacco è vivo e vegeto nonostante abbia più di ottant’anni - si legge nello stesso sito dedicato alle gesta dei fantini - Tarlao ha vissuto per molti anni a Castiglion Fiorentino (in provincia di Arezzo, ndr). L’ho conosciuto molto bene e, nonostante le sue varie vicissitudini che ha vissuto in quanto persona caparbia e dal carattere non facile, ha mantenuto la sua esistenza di uomo libero, amante dei cavalli e degli animali in genere. Quattro o cinque anni fa ha coronato il suo sogno di tornare a Trieste dov’era nato. Le ultime notizie che ho di lui - viene precisato - lo danno intento ad accudire e a sfamare i gatti randagi della città e a raccontare le sue incredibili storie di cavalli, donne e comparsate in tv a chi incontra in giro per i bar. Ha scritto un paio di libri della sua vita che però non è mai riuscito a pubblicare».
La fama del “Polacco” non finisce qui. Nel passato dell’ex fantino di Piazza di Campo, che si faceva chiamare anche “Panocieta”, c’è anche una vittoria in una puntata della trasmissione di Mike Bongiorno “Lascia o raddoppia?”. Dagli annali si scopre che il concorrente triestino, esperto di storia degli Stati Uniti, aveva superato brillantemente la prima prova.
A Gretta oggi parlano di Tarlao come di una persona schiva e riservata, ma anche «lucida» e «perbene». Nei giorni in cui nascondeva il cadavere in casa, il novantenne ha continuato a fare la vita di ogni giorno. «Lo vedevamo passeggiare con lo zaino e il cappellino in testa - racconta una vicina - andava a portare da mangiare a una colonia di gatti a Roiano». —
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