L’ex decano del duomo don Fulvio torna a casa: a ottobre in servizio

Il vescovo ha chiamato da Visco don Giorgio Longo per Fogliano 
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Bonaventura Monfalcone-22.12.2016 Don Ostroman-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-22.12.2016 Don Ostroman-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

La storia

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. È il caso del legame indivisibile, indissolubile, inseparabile, proprio come nella canzone di Venditti, tra don Fulvio Ostroman e la chiesa monfalconese. Il sacerdote, da 37 anni al servizio di Dio, torna – dopo il triennio da guida spirituale delle parrocchie di San Pier d’Isonzo e Fogliano Redipuglia – nella sua città, dove peraltro vivono mamma e sorella. «Mi metto a disposizione dell’unità pastorale – conferma l’ex decano del Sant’Ambrogio –, se posso cercherò di dare una mano a don Flavio». Che è l’attuale parroco del duomo.

L’arcivescovo Carlo Maria Redaelli ha infatti annunciato la nomina di don Giorgio Longo, attualmente ministro di Crauglio e Visco, a capo delle chiese di Fogliano, Redipuglia e San Pier in sostituzione proprio di don Fulvio Ostroman, 63 anni, destinato alle funzioni di collaboratore pastorale nelle parrocchie appunto di Sant’Ambrogio, Marcelliana, Redentore, San Nicolò. Dal monsignore «l’invito ad accompagnare questo momento di cambiamento con la preghiera» affinché vi siano sempre «nuovi sacerdoti alla chiesa». Contento don Fulvio di tornare a casa, verso ottobre: «Da un lato sono felice perché indubbiamente si semplifica la vita e riesco a essere più vicino a mia mamma, dall’altro spiace perché avevo coltivato dei legami e dei rapporti in questi ultimi tre anni. Un lasso anche reso complicato dalla pandemia». Il sacerdote è pure insegnante all’Einaudi, quindi un riavvicinamento a tutto campo. Ancora oggi, a distanza di tempo, il sacerdote porta i postumi alla cervicale della brutta caduta che lo aveva portato nel 2018 alla Terapia intensiva di Cattinara. Rientrando la sera tardi a casa don Fulvio era scivolato su alcune pietre, finendo sul selciato. Nell’impatto aveva battuto la fronte e perso la sensibilità a un braccio e a una gamba, sicché si era reso necessario un intervento chirurgico. Poi la lenta riabilitazione. Ora l’atteso (da tutti) ritorno a casa di don Bobo. —



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