L’ex Cumar “chiama” Polli su gare e servizi dell’Apt E Cisint: «Me l’aspettavo»
Una giornataccia, per Sara Cumar: 38 di febbre e lo sfoglio del giornale che vede il suo nome tirato in ballo in una vicenda dove invece, a detta sua, ha speso «il massimo impegno personale», cioè la gestione dell’Apt, Azienda provinciale trasporti. Questo è stato, ieri, il risveglio dell’ex presidente, alle prese con un banale acciacco di stagione e, parallelamente, con il boomerang delle notizie.
Su queste colonne, venerdì, è emerso che la gestione delle assegnazioni di servizi, lavori e forniture dell’Apt è stata sottoposta all’attenzione della magistratura, in particolare per la parte riguardante le proroghe dei contratti attraverso cottimo fiduciario (trasformati con la nuova normativa in affidamenti diretti) o accordi quadro, in un lasso dal 2014 al 2019. Mentre i rapporti contrattuali contemplati partono dal 2009. A rivolgersi alla Procura, ma anche alla Corte dei conti, l’Azienda stessa (rinnovata nei vertici lo scorso anno), ora socia in Tpl Fvg Scarl. Cumar, come pure Paolo Polli che già ha parlato di «vicenda ingenerosa», è stata al vertice di Apt nei periodi citati. «Queste notizie le ho apprese dalla stampa – parla l’ex presidente del cda – e non da altre vie ufficiali, pertanto ne sono rimasta decisamente sorpresa. Per il metodo, non solo il contenuto dei fatti esposti». Attonita, poi, per «il fatto che vengano giudicate azioni messe in campo nell’esclusivo interesse di portare avanti l’azienda, in una situazione peraltro critica». «Perché tutti – sempre Cumar – sappiamo come sono andate le cose in Regione nel periodo della gara per Tpl, tra contenziosi, ricorsi e controricorsi. Ci sono state incertezze durate anni». «E una situazione di relativa indeterminatezza – prosegue – si è avuta anche sul proseguimento del rapporto di servizio. Noi abbiamo fatto di tutto per garantire prestazioni e posti di lavoro, in crescita. Per lavorare, l’azienda ha bisogno dei suoi fornitori». Quanto ai contratti attraverso tre gare negoziate anziché in unica soluzione «ho agito sul solco intrapreso: questa questione va rivolta ad altri», ovvero «a chi c’era prima».
C’è poi la politica, che ieri ha registrato i primi commenti. «È stata l’assemblea dei soci a chiedere una due diligence», cioè il processo di investigazione per analizzare le condizioni di Apt, ha rammentato il sindaco di Monfalcone Anna Cisint. «Era dunque atteso l’esito del quadro – continua –, anche perché Apt presta servizi pubblici con buona parte di trasferimenti pubblici, cioè regionali. È vero che è un’azienda, ai sensi civilistici, ma per molti anni è stata gestita senza consapevolezza da parte dei sindaci, poiché non erano, come oggi, soci». Si riferisce all’epoca ante Uti. «Non ho letto ancora la relazione dei professionisti – aggiunge – perché si tratta di una competenza propria del cda, che ha approvato la scelta di andare verso una certa direzione. Non voglio dare un giudizio in merito a fatti che non conosco, ma se emergerà che quanto segnalato ha creato un danno, ciascuno si assumerà le sue responsabilità. Saranno i soggetti competenti a valutare, visto che è stata consegnata documentazione alla Procura e alla Corte dei conti». «Politicamente – conclude – resto sorpresa della sorpresa di Polli. Dice che tutti si sono spesi tanto per raggiungere l’obiettivo del Tpl, io però, esaminando i bilanci, ho rilevato un più alto vincolo economico rispetto ad altre realtà. Soldi che si sarebbero potuti investire invece nel potenziamento de i servizi sul territorio o asfaltando corsie. Detto ciò, da un punto di vista politico, per me la gestione non è stata ottimale, alla luce dei 40 milioni di riserve». –
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