«L’ex convento non sarà un secondo Cara»
«L’ex convento dei frati di Cormòns non diventerà un secondo Cara. Questo lo posso tranquillamente sottolineare». Luciano Patat, sindaco di Cormòns, ha incontrato nei giorni scorsi il prefetto Vittorio Zappalorto ed è stata l’occasione per ufficializzare il prossimo trasferimento di una quota di profughi accampati in riva all’Isonzo nella vecchia struttura religiosa. Ma, intanto, il dibattito incalza sui social network con posizioni non certamente favorevoli al progetto della Prefettura: sono diversi i cormonesi che si oppongono.
Del resto, tutto il mondo è paese. «Per questo, ho chiesto e ottenuto dal prefetto la sua partecipazione ad un’assemblea pubblica che molto probabilmente si svolgerà martedì 28 ottobre. Sono convinto - spiega Patat - che informare correttamente i cittadini su ciò che succederà sia la cosa più giusta da fare. In questi giorni, attraverso Facebook, si sono lette notizie completamente distorte, manipolate, strumentalizzate, lontanissime dalla realtà: ecco perché ritengo che l’incontro con Zappalorto servirà a fugare tutti i dubbi. Quella che andiamo ad intraprendere è un’azione umanitaria. Sono convinto che la comunità cormonese capirà».
Patat, dunque, è sereno. E mantiene la serenità anche dopo aver letto l’uscita del consigliere regionale Rodolfo Ziberna secondo cui la Regione dovrebbe intervenire per impedire sia danni alla struttura che un eventuale danno erariale.
Com’è noto, l’esponente forzista ricorda che l’ex convento è assoggettato a vincolo di interesse culturale. «Ho letto, ho letto. Ma ricordo a Ziberna che quell’ala già ospitò altre iniziative a carattere sociale, come la Comunità Incontro di don Gelmini - taglia corto Patat -. Peraltro sono previsti interventi per rimettere in sesto la struttura. Ci sono vincoli? Se ne occuperà il prefetto: secondo il mio punto di vista non ci sono motivi per cui questo progetto non possa andare in porto. Peraltro, la parte di convento individuata dalla Prefettura potrà ospitare un massimo di venti persone, non di più».
Il sindaco di Cormòns ricorda anche che la disponibilità dei frati è per un anno. «Motivo per cui non c’è nulla da temere e possiamo dire senza ombra di smentita che la struttura non diventerà un secondo Cara. L’impegno del prefetto (e lo ha descritto bene lo stesso Zappalorto sulle pagine di questo giornale, ndr) è di creare una serie di strutture in tutti e 25 i Comuni dell’Isontino. Pertanto, la soluzione dell’ex convento sarà, per forza di cose, temporanea».
Domanda provocatoria a Patat: ma perché il sindaco di Cormòns ha dato la sua disponibilità mentre altri Comuni se ne sono rimasti zitti. Non poteva rimanere in silenzio pure lui, così non aveva patate bollenti da gestire. «Il sottoscritto - risponde il primo cittadino cormonese - si è sempre schierato dalla parte di chi ha bisogno di una mano. È un discorso di umanità, è un discorso di solidarietà verso chi è meno fortunato di noi. Ho dichiarato che c’era la disponibilità dell’ex convento e la Prefettura ha fatto tutti i passaggi per verificare la fattibilità di questa soluzione. Il Comune, non mi stancherò mai di ripeterlo, non dovrà spendere soldi propri: questo lo dico affinchè non si alimenti il balletto delle falsità».
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