L’europarlamento “boccia” Bratušek
Un disastro. L’audizione dell’ex premier slovena Alenka Bratušek davanti all’Europarlamento prima del voto di “fiducia” dell’assemblea stessa sulla sua nomina a commissario Ue all’Unità energetica col ruolo di vicepresidente della Commissione è stata catastrofica. La candidata è riuscita a scontentare sia i popolari che i socialisti. Unici a salvarla i suoi “colleghi” del gruppo liberale Alde.
E in patria sono in molti a fregarsi le mani. Perché la sua “autocandidatura” al ruolo di commissario avvenuta quando era ancora capo del governo non è stata digerita, né dal mondo politico, nè dall’opinione pubblica che l’ha relegata nelle posizioni di coda nella graduatoria dei politici più “amati” del Paese.
Quello che più ha colpito gli europarlamentari è stato il carattere generale e generalista delle sue risposte circa i temi energetici. Il presidente della commissione Ambiente, salute pubblica Matthias Groote (Pse) ha definito l’intervento della Bratušek una provocazione e sicuramente il peggiore di quelli fin qui ascoltati per bocca dei candidati commissari. Peter Liese, coordinatore del Partito popolare europeo (Ppe) per l’energia al Parlamento europeo, lo ha bollato come «troppo poco concreto». Critici anche i Verdi i quali sostengono che a guidare il referato dell’energia deve essere una persona concreta, qualità che certo non si è emersa nell’intervento della Bratušek. La quale, al termine dei lavori, ben tre ore sotto il fuoco di fila delle domande, se ne è andata senza rilasciare dichiarazioni.
La commissione energia e ambiente dell’Europarlamento, competente dell’audizione dell’ex premier slovena, non ha ancora preparato la propria valutazione. Il voto sul destino della Bratušek è previsto per oggi. Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Junker non commenta la “performance” della Bratušek. La sua portavoce, Natasha Bertaud si limita a dire che «le commissioni competenti redigeranno il poprio parere e successivamente il presidente Juncker ne discuterà con i vertici dell’Europarlamento». In fatto di scarso gradimento, comunque, Bratušek è in “buona” compagnia. Già bocciato, ma ritenuto valido per un altro referato, c’è l’ungherese Tibor Navracsics (cultura), mentre tra color che son sospesi troviamo il britannico Jonathan Hill, lo spagnolo Miguel Arias Canete, Verja Jourova della Cechia e il francese Pierre Moscovici. Per Juncker, dunque, la strada comincia in salita e sicuramente dovrà rimescolare le carte del suo “governo”. Promossa invece al ruolo di Mrs Pesc Federica Mogherini.
E a Lubiana sono in molti a sperare in una bocciatura senza “esami di riparazione” per la Bratušek. Dal gabinetto del premier Miro Cerar non esce alcun commento sull’audizione dell’ex primo ministro, ma spiegano che stanno attendendo la valutazione delle competenti commissioni e quindi il voto per poi prendere le decisioni che dovessero rendersi eventualmente necessarie. Per Bratušek, nella migliore delle ipotesi, così alcune fonti da Bruxelles, un rinvio a un referato meno impegnativo se non addiritura la bocciatura piena, ipotesi per cui si stanno battendo con forza i socialisti europei.
E l’atmosfera che attende Bratušek a Lubiana non è certo delle più rassicuranti. La Commissione statale anti-corruzione, che ha aperto un fascicolo sull’ex premier proprio in merito alla vicenda della sua presunta “autonomina” a candidato commissario europeo, ha chiesto al governo Cerar di rendere pubblica la registrazione della seduta dell’esecutivo Bratušek del 31 luglio scorso da cui è emersa la troika di nomi che sono poi stati comunicati al presidente Juncker. E se a Bruxelles, davanti agli europarlmentari, Bratušek ha affermato che sull’iter della sua candidatura non ci sono macchie di corruzione così come appurato dalla competente commissione slovena, questa si è fatta viva precisando che la vicenda è lungi dall’essere conclusa.
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