Lettera di Dressi, scuse a Illy: «Ho esagerato, ero poco sereno»

Il vicecoordinatore regionale del Pdl aveva duramente attaccato l’ex governatore su un sito. Con il “mea culpa” ha ottenuto la remissione della querela
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 28/02/08 - Regione - Conferenza Stampa Riccardo Illy
Lasorte Trieste 28/02/08 - Regione - Conferenza Stampa Riccardo Illy

«Egregio Presidente Illy, la prego di scusarmi. Ho sbagliato».

Lo ha chiesto, in modo accorato e chiarissimo, in una lettera Sergio Dressi, vice coordinatore regionale del Pdl e presidente dell’aeroporto di Ronchi. Così ha ottenuto di chiudere definitivamente, tramite il suo difensore, l’avvocato Claudio Giacomelli che ha consegnato la lettera al collega Giovanni Borgna, la vicenda giudiziaria relativa al sito www.illyflop e www.riccardinoflop.it. Un sito reso pubblico nella campagna eletorale del 2008 poi oggetto di una querela per diffamazione dello stesso Illy.

Dressi nella lettera parte da lontano: «Il contenuto del sito aveva lo scopo di svolgere critiche politiche nei Suoi confronti e della giunta da Lei presieduta, ma non voleva assolutamente toccare la sfera personale». E poi continua: «Cessato l’eccessivo trasporto dell’arroventato clima elettorale dell’epoca, mi accorgo del profilo offensivo di molte delle affermazioni riportate nel sito, sicuramente al di là di quelle che erano le mie effettive intenzioni». Aggiunge ancora: «Ho preso atto che vi erano notizie comunque esagerate o esposte in modo da consentire il fraintendimento della realtà, travisando i fatti e portando effettivamente un’offesa. Purtroppo - chiosa Dressi - la passione politica e lo scontro elettorale spesso non consentono una visione serena e obiettiva della situazione».

Da qui la remissione della querela con il pagamento delle spese da parte di Sergio Dressi. Preludio dell’archiviazione del procedimento da parte del giudice Marco Casavecchia. Archiviazione che ovviamente ha riguardato anche l’assessore goriziano Francesco Del Sordi, pure lui imputato come titolare dei siti incriminati nel corso delle indagini del pm Massimo De Bortoli.

Le indagini, come detto, erano scattate da una querela dello stesso Illy. Il sito ritenuto diffamatorio per l'ex presidente della Regione era suddiviso in tre sezioni - «Gli amici di Illy», «Illy amministratore oculato» e «Le promesse di Illy: peccato che non le mantenga» - con le quali An raccontava dal suo punto di vista i 5 anni di amministrazione regionale guidata dall'ex sindaco di Trieste.

Era stata una campagna massiccia in cui erano state diffuse slides contenenti «messaggi e notizie non veritieri, denigratorie del decoro e del prestigio personale dell'ex presidente della giunta regionale».

Assieme a Illy erano finiti nei siti gestiti da Del Sordi anche Andrea Viero, Fabio De Visentini, Angelo Baiguera, Magda Uliana, Luciano Davanzo, Silvio Cosulich, Francesco Bonami, Spira Radomiravic, Franco Del Campo, Giovanni Gambardella e Gianni Pizzati, tutti personaggi ritenuti vicini a Illy. La diffamazione aveva riguardato però sostanzialmente l’attribuzione di incarichi particolarmente remunerativi da parte dello stesso Illy a coloro i quali erano ritenuti dagli avversari di An i suoi amici. Stipendi da favola ottenuti anche senza aver partecipato ad alcun concorso. Ma nelle slides apparse sui siti poi ricondotti ai due esponenti di An erano apparse feroci critiche e altre accuse sulla gestione dei dirigenti regionali e su leggi, come il reddito di cittadinanza, che erano state ritenute dei veri e propri sprechi. Si era anche scritto dell'ufficio stampa che costava «in media 3 milioni all'anno». Invece non c’era niente di vero. «Signor Presidente, mi scusi, ho sbagliato...». Firmato, con i migliori saluti, Sergio Dressi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo