L’eredità Carrara ha 20 anni ma aiuta ancora Oncologia

Impegnati 60 mila euro per una psicoterapeuta a supporto degli ammalati Nel 2001, quando morì, il maestro lasciò all’Azienda sanitaria 650 milioni di lire

Francesco Fain

Dalla gestione computerizzata della chemioterapia a una vera e propria cartella oncologica informatizzata. Sono tanti i progetti che si è riusciti a portare a compimento, negli anni, attingendo anche dal lascito Carrara, del quale Oncologia si era già servita nella fase di avvio del processo d’informatizzazione, ottenendo la disponibilità delle risorse umane aggiuntive, necessarie a implementare la nuova tecnologia nell’attività di tutti i giorni.

Tutto deriva dalla consistente donazione che Luciano Carrara, che era stato per anni maestro elementare e, poi, direttore didattico. Lasciò all’ospedale di Gorizia 650 milioni in vecchie lire alla sua morte, avvenuta il 6 gennaio 2000. Il fondo, in tutti questi anni, è stato gestito a supporto dell’attività del centro di Oncologia con iniziative che riguardano i pazienti oncologici in fase avanzata della malattia. Tale indirizzo è stato fra quelli indicati da una speciale Consulta, costituita in seno all’Azienda sanitaria con il compito di indicare gli spazi d’azione sui quali poter intervenire.

Perché torniamo a parlarne oggi? Perché, grazie a 60 mila euro provenienti dal lascito, è stata avviata una procedura comparativa finalizzata all’attivazione di un contratto di lavoro autonomo con uno psicologo psicoterapeuta per attività di supporto alla cura del malato oncologico. Lo si apprende da un decreto appena firmato dal direttore generale dell’Asugi Antonio Poggiana, affisso all’albo pretorio aziendale.

A 20 anni dal lascito, dunque, quell’importante serbatoio di denaro ancora serve all’Azienda sanitaria che, nel frattempo, ha cambiato denominazioni e aree diventando oggi Asugi, Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina.

«L’utilizzo del fondo - si legge nel decreto - concorre al finanziamento di attività di formazione del personale relativamente alla materia oncologica, di supporto ai malati e ai loro familiari, di acquisti di presidi e attrezzature, di attività di sperimentazione». Ed è così che la Consulta ha deliberato di attivare un contratto della durata di 2 anni con un laureato in Psicologia, iscritto all’albo degli psicoterapeuti, per assicurare attività di supporto alla cura del malato oncologico e terminale, la presa in carico dei pazienti con prognosi infausta e delle loro famiglie, la continuità assistenziale ospedale-territorio nell’ambito della struttura complessa di Oncologia nel presidio ospedaliero di Gorizia-Monfalcone. A quel punto è stata attivata una procedura comparativa che ha permesso di attivare, per le finalità espresse, un contratto di lavoro autonomo con la dottoressa Marzia Rupil, nata l’8 giugno 1974, «previa verifica dell’insussistenza di cause di incompatibilità e conflitto di interesse all’attivazione del rapporto e previa verifica della piena idoneità dell’espletamento delle attività da assicurare da parte del medico competente dell’Azienda». Alla dottoressa Rupil, si legge ancora nel decreto, verrà corrisposto un contratto orario complessivo lordo onnicomprensivo di 23,07 euro. Il costo dell’attuazione del progetto è pari a un massimo, per l’appunto, di 60 mila euro messi a disposizione dalla Consulta. —

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