L’Enac sta per chiudere il “Duca d’Aosta”

Il sindaco Romoli: «Martedì i sigilli. Va effettuata la bonifica bellica. Decisione assurda: è da 60 anni che lo scalo è frequentato»
La bonifica bellica del 2012 nell'area dell'aeroporto dove sorgerà la "Pipistrel"
La bonifica bellica del 2012 nell'area dell'aeroporto dove sorgerà la "Pipistrel"

Qualcuno comincia a pensare che sull’aeroporto “Duca d’Aosta” aleggi una sorta di maledizione. Ogniqualvolta c’è una notizia positiva che sembra garantire il futuro dell’aviosuperficie, arriva a stretto giro di posta uno sviluppo che manda tutto a carte e quarantotto (o quasi) e mina la fiducia di chi vorrebbe valorizzare quella struttura dimenticata. È successo anche questa volta.

Non più tardi di qualche giorno fa abbiamo dato conto della notizia che l’associazione Duca d’Aosta ha tutte le certificazioni per volare e per accogliere aerei. Pareva essere la svolta auspicata e auspicabile. Ieri mattina, la doccia gelata. «Mi è giunta notizia che è arrivato un ordine dall’Enac (Ente nazionale aviazione civile) per cui nessuno potrà entrare nell’area del “Duca d’Aosta” visti i tanti residuati bellici che ancora ci sarebbero sotto terra - fa sapere il sindaco Ettore Romoli -. I sigilli, secondo i bene informati, verrebbero apposti martedì. Resterebbe esclusa dal provvedimento l’area di cantiere della Pipistrel dove si sta costruendo lo stabilimento: là, infatti, è già stata effettuata una capillare bonifica bellica». In effetti, nel 2012, gli artificieri del 3° Reggimento genio guastatori di Udine, unità alle dipendenze della Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli”, neutralizzarono decine di ordigni, residuati bellici della prima guerra mondiale fra i quali un proietto d’artiglieria austriaco calibro 305 mm del peso di circa 400 chilogrammi. Probabilmente, si vuole ripetere la stessa operazione su larga scala: ovvero in tutta l’aviosuperficie.

Ciò comporterebbe la chiusura tout court dell’aeroporto nella sua interezza: sia a coloro che vogliono portare avanti l’attività aeronautica, sia ai tanti amanti dello jogging che utilizzano quell’immenso spazio verde per fare attività fisica. «Sì, mi dicono che non si potrà entrare nell’area sino a quando non verrà effettuata la bonifica bellica. Che dire? Mi sembra una decisione assurda - attacca Romoli -. È da 60 anni che l’aeroporto è frequentato e non riesco a capire come soltanto oggi ci si ponga il problema dei residuati bellici. Protesteremo in tutte le sedi per ottenere la revoca di questo assurdo provvedimento. Nel male, è positivo che questo “blocco” non riguardi la zona dove è in fase di costruzione lo stabilimento della Pipistrel. Non possiamo più perdere altro tempo».

Conferme (ma soltanto a metà) arrivano da Fulvio Chianese che è il presidente dell’associazione transfrontaliera Duca d’Aosta. «Effettivamente, c’è questo provvedimento che scatterà martedì ma solo in maniera ufficiosa sappiamo che la motivazione è legata alla necessità di effettuare la bonifica bellica. Attendiamo i prossimi giorni per capirci di più». Chianese non aggiunge altro ma dalle sue parole emerge una certa delusione.

Sull’argomento interviene anche Franco Hassek, consigliere comunale di maggioranza. Pure lui era al corrente del provvedimento che pende come la spada di Damocle sulla “testa” del Duca d’Aosta. «Ho le mie fonti e mi hanno confermato tutto. C’è qualcosa che non funziona. Qualcuno vuole mettere i bastoni fra le ruote. È mai possibile che soltanto adesso, proprio quando c’è un’associazione che si dà da fare per rilanciare lo scalo, arriva una decisione di questo tipo?». Questo sviluppo ha il sapore della beffa. Non più tardi di qualche giorno fa, abbiamo dato conto del fatto che gli operatori anti-incendio aeroportuale avevano superato i non facili esami tenuti dal comando dei vigili del fuoco.

«Questo consente la piena operatività del complesso dell’aeroporto che dispone di tre piste: una per alianti (04-22) e due (04-27 e 09-27) per velivoli e Vds che, rimaste in erba come in passato, ben livellate e sistemate, consentono un ottimo drenaggio tale da consentire l’operatività per l’intero anno. Inoltre, gli ampi spazi disponibili offrono la possibilità di parcheggio degli aeromobili con la possibilità di hangaraggio fino ad una quindicina di mezzi nell’ampia aviorimessa», c’era scritto in un comunicato che definiva questa «un’importante tappa verso quella riqualificazione aeronautica che potrebbe consentire il rilancio commerciale, turistico e occupazionale della città». Ma adesso arriva questo sviluppo inatteso. Che ci sia una maledizione?

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