Lei colpisce lui con un sampietrino: la telecamera svela l’aggressione

L'uomo non voleva sporgere denuncia, ma le lesioni erano serie e i carabinieri hanno agito d'ufficio

GORIZIA Non aveva voluto denunciare la propria convivente, che gli aveva procurato una ferita alla testa colpendolo con un sampietrino. Quando i carabinieri avevano chiesto di procedere con la formalizzazione dell’accusa nei confronti della compagna, l’uomo aveva rifiutato dicendo: «No, nessuna denuncia perché è la donna della mia vita».

Miranda Birsa, è comunque finita a processo, per lesioni aggravate dall’utilizzo della pietra, poiché a “parlare” erano state le immagini delle telecamere che avevano ripreso l’aggressione proprio davanti alla caserma dei carabinieri.

Al Tribunale di Gorizia, davanti al giudice monocratico Gianfranco Rozze, pubblico ministero Paolo Ancora, è iniziata la fase dibattimentale del procedimento a carico della donna, con l’ascolto del primo teste, un militare dell’Arma dei carabinieri.

Il fatto risale a marzo del 2016. La coppia, entrambi quarantenni di origini slovene, residenti a Gorizia, si trovava in un locale pubblico della città. Era tarda sera, verso le 22. Ad un certo punto, un avventore s’era avvicinato alla donna per farle un complimento. Una circostanza per la quale era scaturito il diverbio tra i due conviventi che avevano iniziato a litigare. Lei a insultare il compagno, fino ad aggredirlo. E l’uomo, Marian Birsa, esasperato, s’era risolto a raggiungere la caserma dei carabinieri.

La compagna l’aveva inseguito continuando con gli insulti rovesciati addosso al compagno per l’intero percorso. Una volta giunto in corso Verdi, però, l’uomo aveva suonato al campanello della caserma dell’Arma. In quel momento c’era solo il piantone, e di fronte alla particolare agitazione della coppia, alle prese con il contrasto che non accennava a stemperarsi, almeno in qualche modo, il militare aveva invitato i due a rimanere all’esterno, in attesa dell’arrivo della pattuglia, impegnata in un servizio.

Intanto la tensione continuava ad alimentarsi. Finché la donna aveva raccolto un sampietrino colpendo il compagno sulla fronte. L’uomo, nel tentare di difendersi dall’aggressività della compagna, aveva affrettato il passo per scappare quando era giunta la pattuglia dei carabinieri, lei a liberarsi del cubetto di porfido gettandolo subito a terra.

In caserma s’era proceduto all’identificazione dei due. Le telecamere avevano registrato l’intera scena, compreso quindi il ferimento dell’uomo da parte della donna che lo colpiva sulla fronte con il sampietrino raccolto dalla pavimentazione. Tutto evidente, dunque. I militari avevano pertanto chiesto al quarantenne se volesse denunciare la compagna. E lui aveva rinunciato spiegando: «No, perché è la donna della mia vita».

In udienza, il piantone della caserma dei carabinieri in corso Verdi ha raccontato l’evolversi della vicenda. A rappresentare la donna è il difensore d’ufficio, avvocato Massimo Macor. —


 

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