Morì a Monfalcone per la legionella, il caso non si chiude: il gip dispone ulteriori indagini

Il pensionato monfalconese Giampiero Denti era morto nel dicembre 2021. Accolta l’opposizione della famiglia all’istanza d’archiviazione della Procura: concessi altri nove mesi

Tiziana Carpinelli
Il Tribunale di Gorizia (Bumbaca)
Il Tribunale di Gorizia (Bumbaca)

Ora si va avanti. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto l’opposizione dei familiari alla richiesta di archiviazione ch’era stata avanzata dalla Procura di Gorizia in merito all’inchiesta sulla morte di Giampiero Denti.

Il pensionato monfalconese, ex operaio specializzato nel cantiere di Panzano, sposato senza figli, era spirato il 13 dicembre 2021 all’ospedale San Polo, dov’era stato ricoverato in condizioni critiche «per un indebolimento delle difese immunitarie dovuto a un’infezione da batterio della Legionella pneumophila». Aveva 67 anni.

Morì a Monfalcone per la legionella. La Procura chiede l’archiviazione del caso

La notizia, a circa tre mesi dal deposito dell’impugnazione, arriva dai legali dei familiari: le sorelle Anna Maria e Irene e la moglie Rosalina, rispettivamente assistite dagli avvocati Riccardo Cattarini e Mariapia Maier. Il gip ha disposto delle indagini suppletive su alcuni punti posti in rilievo nel testo della sua ordinanza, concedendo nove mesi di tempo. Sciolte dunque le riserve, la svolta (rispetto all’istanza di archiviazione) arriva a tre anni dal decesso e dal successivo avvio delle attività investigative sulla scia di una denuncia all’autorità, con l’apertura di un fascicolo per l’ipotesi di omicidio colposo.

«Il Tribunale di Gorizia – esordisce il penalista Cattarini – ha accolto integralmente la tesi che gli avevamo prospettato e ha riconosciuto che occorre approfondire le indagini sui rischi, a nostro avviso gravissimi, cui era stata sottoposta all’epoca l’utenza delle Terme romane di Monfalcone». Importante proseguire, ai suoi occhi, «affinché tragedie come quella che ha colpito lo sfortunatissimo Denti e a discendere i suoi cari non debbano ripetersi e i cittadini possano confidare nella sicurezza delle cure e delle terapie».

«Per questo – dice – di certo lavoreremo duramente al fine di consolidare l’ottimo risultato già ottenuto oggi». Stando all’avvocato, di rilievo il fatto che, «come da noi suggerito nell’opposizione di settembre, il gip ravvisi la necessità di condurre quest’approfondimento anche attraverso la consulenza di un biologo esperto, nonché di effettuare tutti gli ulteriori accertamenti tesi a evidenziare eventuali negligenze».

In linea la collega Maier: «Confermo la soddisfazione per il fatto che finalmente si inizi a fare quanto necessario, anche se purtroppo siamo molto in ritardo e sono già trascorsi tre anni dal decesso». Un caso, questo, che stando all’avvocata «configura un reato procedibile d’ufficio, dato che ci troviamo di fronte a una morte per Legionella».

Detto ciò «è un primo passo per arrivare all’accertamento della verità e anche di eventuali altre responsabilità». «Mi sento molto fiduciosa – prosegue – e percepisco questo dell’accoglimento dell’opposizione come un momento importante: l’abbiamo dovuto attendere e mi auguro che i nove mesi a disposizione siano utilizzati anche in maniera ridotta. Trovo corretto si vada a verificare se all’interno delle Terme vi siano stati altri casi di contagio, come ha prescritto il gip, dal momento che noi ne avevamo indicato anche i nomi, e quando sia iniziata la contaminazione o comunque se alla frequentazione di Denti fosse già noto il fenomeno».

«Apprezzo molto che il giudice abbia valutato la quantità del batterio nelle condutture di casa – conclude Maier – come di gran lunga inferiore a quella riscontrata nell’impianto».

Per conto delle Terme, interviene invece l’avvocato Maurizio Conti: «È un esito atteso. Non abbiamo nulla da temere da ulteriori indagini che acclareranno l’osservanza delle procedure messe in atto e seguite dal polo riabilitativo». Anche accreditato con il sistema pubblico regionale. «L’elemento quantitativo di batterio rilevato – puntualizza – non è decisivo, bensì il ceppo, che chiude il cerchio sul fatto se vi siano o meno eventuali profili di responsabilità». Sempre il legale che rappresenta le Terme nella vicenda, ancora in fase embrionale, delle indagini preliminari, rileva «l’esistenza di un registro delle sanificazioni adottate a prosieguo delle ispezioni di Asugi e nell’osservanza delle sue prescrizioni». Insomma, era «tutto sotto controllo».—

 

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