«Leggi razziali, macchia incancellabile» Una targa per ricordare
“Il 18 settembre 1938 Mussolini scelse questa piazza per annunciare l'emanazione delle leggi razziali antiebraiche, macchia incancellabile del regime fascista e della monarchia italiana”. Recita così la targa commemorativa inserita dal Comune nella pavimentazione di piazza Unità e scoperta nella cerimonia che si è tenuta a 75 anni dalla giornata che di fatto diede inizio alle persecuzioni della comunità ebraica. Commozione e ricordo tra i presenti, lì dove si ergeva il palco da cui fu dato il tragico annuncio.
Prima del suo intervento il sindaco Roberto Cosolini, con la giunta comunale al completo, ha letto il messaggio del Presidente Napolitano, che ha voluto unirsi «al doloroso ricordo di una delle pagine più buie della storia recente»; analoghe partecipazioni sono giunte dai presidenti di Camera e Senato. «Trieste era stata scelta in quanto luogo ideale per dare rilevanza al fascismo al di fuori dei confini nazionali e per la forte presenza della comunità ebraica - ha sottolineato Cosolini -. Oggi con questo gesto si chiude una pagina intrisa di reticenze, silenzi e imbarazzi, di fronte ai lutti che l'hanno colpita».
Il ricordo per non dimenticare, e il monito per il futuro sono le riflessioni condotte da Mauro Tabor, vicepresidente della Comunità ebraica di Trieste: «Dobbiamo tenere un occhio bene aperto a quello che vediamo ogni giorno non solo in Italia ma in tutta Europa, dove il panorama sta cambiando in modo vergognoso, nel segno dell'odio e del razzismo: bisogna imparare dagli errori del passato per costruire un presente di inclusione e non di esclusione» ha dichiarato Tabor senza risparmiare una stoccata alle istituzioni nazionali, sottolineando come «ci siano appuntamenti ai quali le massime cariche dello Stato non possono mancare». Il prefetto Francesca Adelaide Garufi alla fine ha detto a Tabor di non essere stata informata dell'invito spedito ai rappresentanti istituzionali. «Come rappresentante del governo a Trieste il mio compito è proprio quello di sottoporre esigenze e aspettative del territorio allo Stato centrale - ha detto Garufi -. Credo che un miglior dialogo e maggiore collaborazione sarebbero potuti servire per ottenere il risultato sperato, pure in un momento delicato per le istituzioni».
Tra i presenti alla commemorazione anche la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat («oggi un segnale importante chiude un passato che ha disonorato questa città»), mentre Alessandro Salonichio, presidente della Comunità ebraica, ha parlato di «un segno tangibile che pone rimedio a un lungo silenzio, su quella che è stata una ignominia per» Trieste. A scoprire la targa Bruna Sevini, classe 1923, che non ha dimenticato quel 18 settembre 1938: «Una giornata che ha cambiato totalmente la mia vita, in cui riemergono i fantasmi del passato ma dove è nata anche una forte speranza che non mi ha mai abbandonato. Ai giovani dico che studiare il passato può forse essere noioso, ma aiuta a vivere il futuro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
GUARDA LE FOTO
DELLA CERIMONIA
www.ilpiccolo.it
Riproduzione riservata © Il Piccolo