Legge salva-mandati per gli eletti di giunta che lasciano l’aula
TRIESTE Il governatore lo ha ribadito più volte e gli interessati hanno più volte assicurato di essere pronti ad allinearsi, ma per sciogliere i mal di pancia Massimiliano Fedriga ha deciso di indorare la pillola che presto dovrà essere ingoiata dai quattro consiglieri regionali designati in giunta e chiamati perciò a dimettersi davanti alla volontà del presidente di avere un esecutivo composto solo da assessori esterni. L’idea è semplice ma efficace, perché bada al sodo e cioè a garantire al civico Sergio Bini e ai leghisti Pierpaolo Roberti, Stefano Zannier e Barbara Zilli che la linea scelta dal leader del centrodestra non intaccherà il numero di mandati a loro disposizione in Regione.
Fedriga intende cioè varare alla prima buona occasione una normetta “salva casta”, per prevedere che i pochi mesi trascorsi in questa legislatura indossando la doppia veste di assessore e consigliere non contino ai fini della somma di tre mandati consecutivi che gli eletti possono trascorrere al massimo fra i banchi di piazza Oberdan. Il governatore sa che Bini, Roberti, Zannier e Zilli non vedono propriamente di buon occhio l’idea delle dimissioni, che toglieranno loro ogni paracadute qualora un rimpasto dell’esecutivo li costringa per ventura a lasciare il ruolo di assessore. Uscire dalla giunta non significherebbe in pratica avere più l’atterraggio morbido sul banco da consigliere, ma vorrebbe dire uscire del tutto di scena. A ciò si somma la seconda fonte di disagio e cioè il fatto che ad ora gli assessori-consiglieri avrebbero a disposizione un mandato elettivo in meno rispetto ai tre consecutivi che spettano ai consiglieri semplici. Per non far finire questa legislatura nel conteggio, i quattro avrebbero dovuto dimettersi da consigliere prima del giuramento, come fecero Franco Iacop e Enzo Marsilio quando rinunciarono alla carica elettiva per entrare nella giunta Illy. Cosa che in questo caso non è avvenuta.
La norma dovrebbe limitarsi a prevedere che un consigliere bruci una delle tre legislature a disposizione solo dopo aver trascorso un certo periodo in aula, che forse verrà quantificato in dodici mesi. Col regime attuale, le tre matricole Bini, Roberti e Zannier potrebbero contare ancora su due mandati consecutivi dopo la fine di questa legislatura, mentre Zilli ne avrebbe soltanto uno, avendo già trascorso un primo quinquennio come una rappresentante della Lega in Consiglio all’opposizione della giunta Serracchiani. Le cose cambierebbero notevolmente con la leggina in cantiere, che permetterebbe a Bini, Roberti e Zannier di puntare dal 2023 su tre mandati da consigliere semplice. Per Zilli sarebbe addirittura il jackpot, dal momento che dopo un mandato da consigliera, seguito ora da quello da assessore, l’esponente del Carroccio avrebbe a disposizione altri tre giri consecutivi da consigliera.
Dalle parti della giunta, governatore in testa, tutti assicurano comunque che le dimissioni non sono in discussione anche senza scivoli, sebbene nessuno le abbia per la verità ancora depositate, nonostante l’avvenuta proclamazione degli eletti a fine luglio abbia sbloccato la possibilità di lasciare il seggio e fare spazio ai primi degli esclusi: Luca Boschetti, Antonio Lippolis, Alfonso Singh ed Edy Morandini, che da tre mesi aspettano l’ingresso in aula.
La lettera di dimissioni dovrà essere inviata alla giunta delle elezioni, che emanerà una delibera per proporre la sostituzione dei quattro consiglieri-assessori con gli esclusi. La surroga avverrà alla prima seduta utile del Consiglio e dunque a settembre, quando i lavori riprenderanno dopo la pausa estiva. —
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