Legato, seviziato e bruciato
di Corrado Barbacini
Lo hanno legato su una sedia e gli hanno dato fuoco dopo averlo torturato e picchiato a sangue. Assassinato.
È morto così la scorsa notte Giovanni Novacco, 23 anni, ex benzinaio e candidato all’edizione 2011 del concorso di Mister Topolini. A ucciderlo in maniera tanto spietata sono stati - secondo la polizia - due suoi “amici” con i quali poche ore prima aveva avuto una discussione per una ragazza e, a quanto pare, per un debito di 120 euro.
In carcere è finito Alessandro Cavalli, 34 anni. Ricercato l’altro presunto assassino. Si chiama Giuseppe Console, ha 24 anni. È fuggito attorno alle 6 del mattino, poche ore dopo l’omicidio, dopo aver detto al fratello di avere commesso qualcosa di grave. Ed è stato appunto il fratello - spaventato - ad avvisare la polizia. Entrambi sono accusati di omicidio.
L’esecuzione è avvenuta in un appartamento disabitato al terzo piano dello stabile di via Gemona 5, in Gretta. La scena che si è presentata ai poliziotti è stata raccapricciante. Il cadavere semicarbonizzato era legato mani e piedi con una corda da tenda. Un bavaglio gli copriva la bocca. E come ha accertato il medico legale Fulvio Costantinides, aveva evidenti segni di percosse sul capo, sul collo e sulle mani. E ancora tagli effettuati con un coltello, bruciature di sigaretta e traumi causati da un bastone o da qualcosa di simile calato con violenza.
Ma Novacco era ancora vivo quando gli hanno gettato addosso alcol e benzina e hanno appiccato il fuoco. Secondo gli investigatori, chi l’ha ucciso ha cercato poi di cancellare prove e indizi che potessero portare all’identificazione della vittima. Gli assassini infatti si sono portati via i documenti e poi hanno richiuso la porta (forzata poche ore prima) con una catena bloccata da un lucchetto.
Per tutta la mattina è stato buio fitto sull’identità della vittima dell’omicidio di via Gemona. Attorno alle 12.30, dopo le prime rivelazioni da parte di un testimone negli uffici della Squadra mobile al terzo piano della Questura, si è saputo che il morto carbonizzato era Giovanni Novacco. Ma la conferma è arrivata un’ora dopo, quando i genitori sono stati accompagnati all’obitorio e lo hanno riconosciuto. Ma cosa aveva fatto di tanto grave Giovanni Novacco per scatenare la rabbia omicida? Da quanto è emerso con i primi elementi acquisiti nell’indagine-lampo coordinata dal pm Massimo De Bortoli, pare che il giovane avesse recentemente preso le difese di un altro ragazzo che aveva avuto una storia con l’ex compagna di Console, una ragazza di soli vent’anni. Gelosia: questa in pratica sarebbe stata l’offesa che ha innescato da parte di Giuseppe Console (al centro anche di una vicenda di stalking) la decisione di dare una lezione a Giovanni Novacco.
La ricostruzione degli investigatori diretti dal vice capo della Squadra mobile Leonardo Boido è ancora in corso. Ma pare che Novacco, Console, Cavalli e una quarta persona (della quale non è stata rivelata l’identità) si fossero incontrati in un bar di Roiano attorno alle 20. Birre, battute, risate ma anche riferimenti personali - e forse pesanti - alla vicenda relativa alla ex compagna di Console. Così a poco a poco si è accesa la lite. Che non è finita quando i quattro sono usciti dal locale. Dopo poco Console e gli altri tre hanno raggiunto nuovamente Novacco e lo hanno sequestrato portandolo di peso nell’ex stabile dell’Ater occupato negli anni Cinquanta dai profughi provenienti dall’Istria, all’interno di un appartamento disabitato al terzo piano. Ma il terzo del gruppo, quando si è reso conto che la situazione stava degenerando, se n’è andato. Cosa sia successo in seguito si può per ora soltanto immaginare. I due si sono scatenati. Lo hanno denudato. Poi lo hanno legato su una sedia al centro della stanza e hanno iniziato a bastonarlo. Da parte della vittima le urla disperate, la richiesta di aiuto. Nel timore che qualcuno dalla strada potesse sentire, gli aguzzini hanno imbavagliato Novacco. E quel pezzo di stoffa trovato pieno di residui di combustione ha poi raccontato al medico legale Fulvio Costantinides come la vittima fosse ancora viva quando i due assassini hanno appiccato il fuoco: Giovanni Novacco aveva quei brandelli di stoffa annerita dalla fuliggine stretta tra i denti.
Cinque testimoni hanno riferito ai poliziotti della Mobile i particolari dell’incredibile vendetta. Uno è sicuramente il terzo giovane che poi si è defilato. Tra gli altri c’è il fratello di Giuseppe Console. È stato lui a innescare le indagini sull’omicidio. Alle 5.45 ha telefonato al 113. Al poliziotto della sala operativa ha riferito, spaventato, quello che il fratello gli aveva detto poco prima di fuggire: «Ho fatto qualcosa di grave». Alle 6 gli agenti della volante sono saliti per le scale della casa abbandonata. Arrivati al terzo piano hanno sfondato la porta e trovato in mezzo a una camera il cadavere carbonizzato. Nell’altra stanza c’erano una bottiglia con residui di benzina e un’altra che aveva contenuto alcol.
È scattato l’allarme. In breve sono arrivati il vice capo della Mobile Leonardo Boido, il responsabile delle volanti Fabio Soldatich e il pm Massimo De Bortoli. Dopo un’ora i poliziotti hanno suonato il campanello della casa di via dei Giacinti 26 a Roiano dove Alessandro Cavalli stava dormendo. Intanto sono scattate le ricerche per trovare l’altro presunto assassino. La foto segnaletica di Giuseppe Console è stata inserita nell’elenco dei ricercati sia in Italia che all’estero. «Lo prenderemo», ha detto ieri sera un investigatore della Mobile.
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