Legale sospeso dall'Ordine, slitta l’appello di Ballaman
TRIESTE. Quando l’appello del condannato va per le lunghe perché nel frattempo il suo difensore è stato sospeso dal proprio Ordine professionale poiché condannato a sua volta. L’avvocato in questione è del foro di Treviso, però la questione succede a Trieste. Qui infatti, davanti alla Corte d’appello, ieri si sarebbe dovuta celebrare l’udienza decisiva del processo di secondo grado per il famoso caso “auto blu” a carico di Edouard Ballaman. L’ex leghista ed ex presidente del Consiglio regionale, due anni fa, di questi tempi primaverili, era stato condannato per l’appunto dal Tribunale del capoluogo a 12 mesi con la condizionale per peculato, senza menzione nel casellario giudiziario ma con un pesante anno di interdizione dai pubblici uffici, per l’uso indebito del veicolo di rappresentanza istituzionale, a proposito del quale il pm Federico Frezza aveva contestato una trentina di viaggi. Un secondo grado, peraltro, chiesto proprio da Ballaman. O, meglio, chiesto tecnicamente dal suo legale, l’avvocato Luigi Fadalti.
Ieri, invece, pur essendo la chiamata del processo iscritta al ruolo delle udienze della Corte d’appello, alla presenza del Procuratore generale Carlo Maria Zampi, a Palazzo di giustizia di Foro Ulpiano non s’è potuto far altro che disporre il rinvio al prossimo 3 luglio. Motivo: un difetto di notifica sia al difensore che all’imputato, il quale ora si trova in Sudafrica ospite di parenti e anche per questo ha eletto come domicilio legale lo studio del difensore stesso. Motivo del motivo: la notifica a mezzo fax è avvenuta, in sostanza, mentre il difensore - colui che doveva ricevere le notifiche per entrambi - era (ed è) sospeso dall’attività dall’Ordine degli avvocati. Motivo del motivo del motivo: lo scorso autunno - come si può leggere dalle versioni on-line dei giornali veneti - Fadalti è stato condannato a dieci mesi e ventimila euro di risarcimento da versare a una cliente per una tentata truffa ai danni di quest’ultima in una causa di separazione. Una condanna anche in questo caso in primo grado, per amore di verità.
Se ne riparla dunque a luglio. Nulla cambia, da un punto di vista squisitamente pratico, per Ballaman, ora come ora dall’altro capo del pianeta, finito l’anno scorso nei guai - in grande compagnia di molti ex colleghi di piazza Oberdan - anche per un altro filone d’inchieste aperto dal pm Frezza: quello sui rimborsi facili, che ha portato appunto l’ex presidente del Consiglio regionale (difeso in questo caso dall’avvocato Giovanni Borgna) a essere indagato per presunta truffa alla Regione per una serie di viaggi dal profilo istituzionale - da Dubai a Kuala Lumpur in Malesia passando per Sri Lanka, India e Hong Kong - ma dalle spese rendicontate in un modo ritenuto indebito dal magistrato inquirente.
@PierRaub
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