Le violiniste russe al Concerto della Pace di Gorizia: «Ora è la musica a parlare per noi»

Niente richieste di risarcimento per l’esclusione dal “Lipizer”

«Vogliamo che non si verifichino più situazioni del genere»

Alex Pessotto

GORIZIA Nessun proclama, nessun appello, nessun messaggio gridato a squarciagola. Solo la musica per Lidia Kocharyan, Anastasia Pentina e Karolina Averina.

Le tre violiniste si sono esibite ieri sera nel giardino di Palazzo De Grazia in un “Concerto per la Pace” ed era assai prevedibile l'attesa del pubblico per sentirle suonare: la loro esclusione dal concorso “Lipizer” in quanto russe le ha infatti rese popolarissime in questi ultimi mesi e in queste ultime settimane fra reazioni e prese di posizione.

Nella mattinata di ieri, sono state ricevute al parco municipale dal sindaco Rodolfo Ziberna e da Fabrizio Oreti, confermato assessore alla Cultura. A ciascuna di loro, il primo cittadino ha consegnato, parlando in inglese, una copia della “Divina Commedia” trascritta dal tipografo goriziano Francesco Cossovel su un foglio soltanto. A dirla tutta, Lidia ormai vive a Bruxelles: la sua ultima volta in Russia è stata tre anni fa. Anastasia e Karolina, invece, risiedono a Vienna e mancano dal paese natale rispettivamente da cinque mesi e da due anni. Tutte e tre si conoscevano prima di arrivare a Gorizia. Perché «il mondo dei musicisti è davvero piccolo», hanno commentato, non celando un sorriso. «Abbiamo voluto sollevare il problema affinché non si verifichi più ciò che è capitato a noi - hanno poi affermato -. Teniamo quindi a ringraziare gli italiani che ci hanno supportato in questo periodo e la vostra città che ci ha accolte».

Un particolare ringraziamento, poi, è stato rivolto a Claudio Pio Liviero, il presidente del Centro chitarristico “Mauro Giuliani” che, su richiesta del sindaco Ziberna, le ha invitate per l’esibizione di ieri sera. Il concerto era il primo di “Note in città”, rassegna organizzata proprio dal Centro “Giuliani”. Di certo, lo strappo con l’associazione Lipizer non sarà ricucito. «C’è ancora, in noi, un senso di offesa, di disappunto. Sì, non credevamo che nell’Europa di oggi potessero ancora verificarsi problemi del genere. In ogni caso, non ci saranno da parte nostra richieste di risarcimento».

Lidia Kocharyan è stata la prima, tramite Facebook, a render nota l’esclusione dal prestigioso concorso goriziano, che, tuttavia, le ha riammesse a partecipare quando la frattura era ormai insanabile. È lei, assieme ad Anastasia, la più loquace delle tre, mentre Karolina è la più silenziosa, forse per riservatezza, forse per timidezza. «Appena arrivate in città, abbiamo provato una grande stanchezza - ha inoltre affermato Lidia ieri mattina -. Poi, però, abbiamo fatto una camminata per Gorizia, trovandola molto attraente. Ora, desideriamo esprimerci attraverso la musica, non con le parole. Abbiamo voglia di condividere con il pubblico le emozioni e la gioia delle note». Si tratta, peraltro, di una voglia che avevano anche gli spettatori, interessati, incuriositi a vedere da vicino e a sentire quelle tre ragazze che si sono ribellate a una scelta sbagliata: 75 i posti a sedere, tutti esauriti, e qualcuno è rimasto in piedi.

Poi, il “Concerto per la pace” ha visto salire sul palco anche la cantante ucraina Veronika Foia che da quattro mesi vive a Gorizia, il pianista monfalconese Umberto Tristi e il chitarrista bulgaro (di papà ucraino e mamma russa) David Dyakov. Perché «dev’essere una festa di pace», aveva promesso l’assessore Oreti prima dell’evento. Era particolarmente significativo, allora, che questo messaggio partisse da una Capitale Europea della Cultura. —

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