Le “vintage ladies” di Duino per i bimbi del Burlo

DUINO AURISINA. Hanno occupazioni diverse. C’è la professionista e la dipendente, l’agente di polizia e la ragioniera. C’è anche chi un lavoro lo sta cercando. Chi ha tre figli e chi vive da sola, le quarantenni e le over 50. Ma sono tutte unite da un forte denominatore comune: la voglia di fare del bene e di mettersi in gioco per un obiettivo benefico. Eccole le “Vintage ladies” di Duino, gruppo di donne animate da un notevole spirito d’iniziativa e grande fantasia, che hanno pensato di fare un calendario fotografico, con loro stesse nel ruolo di soggetti da ritrarre, realizzato interamente in casa, autofinanziandosi, per poi proporlo ad amici e parenti con l’intenzione di raccogliere offerte libere da destinare all’ospedale infantile Burlo Garofolo.
La proposta ha avuto notevole successo, al punto che, nei prossimi giorni, nel corso di un incontro con tutti i crismi dell’ufficialità, consegneranno ai dirigenti del Burlo 1.200 euro, frutto delle spontanee donazioni di chi ha apprezzato il calendario. «Per noi sarà un momento di grande soddisfazione e, al contempo, di grande emozione – spiega Rossella, agente di polizia, in forza alla Scientifica, capofila del gruppo –, perché tutto è nato per gioco, quasi per caso e oggi ci troviamo nella possibilità di dare un piccolo aiuto ai bambini che soffrono».
Il calendario propone le “Vintage ladies” immortalate in situazioni diverse, ma tutte vestite con abiti stile anni ’50 e ’60. «Il vintage ci piace – precisa Rossella, miss Dicembre – e poi abbiamo la fortuna di avere fra di noi Sonia, una vera appassionata della moda di quegli anni, che ci ha aiutato nelle scelte». «È vero – conferma Sonia, miss Luglio, nella vita di tutti i giorni banconiera al bar della stazione di servizio sul raccordo autostradale, all’altezza di Duino –, possiedo cappelli, foulard e sciarpe di quell’epoca che ho collezionato nel tempo frequentando i mercatini e li ho messi a disposizione delle amiche per le foto».
«La storia dell’iniziativa è molto bella – riprende Rossella – perché tutto è nato dal fatto che il mio lavoro consiste nel fare le foto per la Polizia scientifica. Compito che, come si può immaginare, si traduce nello scattare istantanee di incidenti autostradali, di ambienti nei quali sono avvenuti delitti, di persone decedute. Un giorno mi sono detta che la mia passione per la fotografia non doveva limitarsi a questo e ho pensato di chiamare alcune amiche per scattare foto in libertà, col pretesto di indossare abiti vintage. La cosa ci ha divertito molto – aggiunge – e subito è sorta spontanea l’idea di dare uno scopo a questo nostro impegno nel metterci davanti all’obiettivo e così abbiamo pensato di fare un calendario. Una cosa sobria, ma curata e divertente. Inizialmente – precisa – pensavamo di dare il calendario solo a parenti e amici, ma poi la cosa si è diffusa oltre ogni previsione e così siamo arrivate a questo traguardo, che ci vede nella condizione di poter dare un aiuto, seppur modesto, al Burlo».
Le “Vintage ladies” fra l’altro si sono tassate per stampare il calendario, che è tuttora disponibile: «Non vogliamo sottrarre un solo euro alla raccolta – dice Rossella – e dobbiamo molto anche a chi ci ha aiutato concretamente, come Vladimiro Mervic, autore dei brevi ma intensi commenti in prosa che arricchiscono le foto, che ha lavorato ovviamente a titolo gratuito».
Ad aprire il calendario è Giuliana, miss Gennaio, di professione commercialista: «Poter coniugare beneficenza e divertimento – osserva – è un’esperienza bellissima. Vediamo che le persone donano con generosità, per noi è un grande risultato». Antonella, miss Maggio, è commerciante: «Ma prima di tutto – sottolinea – sono mamma di tre figli, oramai grandicelli, che hanno apprezzato la mia scelta. Nella vita ho dovuto imparare a trovare il coraggio per superare ostacoli e difficoltà, perciò adesso trovo giusto dare un piccolo contributo per aiutare i bambini meno fortunati. Quando ci troviamo noi del gruppo – conclude – l’atmosfera è sempre allegra e gradevole, ma teniamo sempre ben presente l’obiettivo finale, che è quello di fare beneficenza».
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