Le vecchie coppe impolverate del baseball nel diamante abbandonato di Prosecco

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Dove trovavano posto coppe e altri trofei ora ci sono ragnatele e muffa, le stanze che accoglievano sportivi, atleti e squadre in arrivo anche da fuori città, sono piene di calcinacci, mobili distrutti da atti vandalici, così come porte e finestre, fatte a pezzi. La grande palazzina che si trova sullo stradone principale a Prosecco, abbandonata da oltre dieci anni, è l’ex sede e foresteria e sede di alcune società di baseball e hockey, a pochi passa dall’enorme campo, anch’esso dimenticato.

A un primo sguardo sembra una bella villa, con un porticato, tre piani, con giardino e parcheggio. In realtà avvicinandosi si scoprono i segni che mostrano il suo passato glorioso e il suo presente di degrado. Le recinzioni sono distrutte in più punti, dai vetri mandati in frantumi si scorge all’interno quel che resta degli arredi, insieme a medaglie, fotografie e pure una statua decapitata, alta due metri, che raffigurava un giocatore di baseball.

A pochi metri dalla palazzina, in un’ afosa giornata estiva, un gruppo di ragazzini ha trascinato alcune coppe. «Ci veniamo ogni tanto in bicicletta – dicono – dalla prima volta, lo scorso anno, è ancora più distrutta, hanno rotto quasi tutti i vetri. Dentro c’è di tutto, anche divise di hockey e baseball». Anche le stanze sotto le vecchie tribune, poco distante, nascondono documenti, registri delle partite, poster sportivi e mobili distrutti, quel che resta di magazzini, spogliatoi, infermeria, bagni e il bar. Chi ricorda bene la struttura è Luciano Emili, ex presidente dell’ Alpina Tergeste baseball, a sua volta giocatore professionista per una decina di anni, dal 1958. «È un dolore vedere quell’impianto ridotto così – commenta – la nostra società aveva fatto delle migliorie alla struttura, sia al campo, sia agli altri locali, come il bar. Era sfruttata al massimo, si allenavano e giocavano squadre di hockey d’inverno e noi d’estate, quindi c’era massima collaborazione e ottimo spirito di “convivenza”. In quel complesso si sono giocati tornei internazionali, c’era tanto pubblico, grande entusiasmo. Si entrava dal parcheggio, dove tuttora c’è il cancello e due piccole strutture in cemento all’ingresso. Erano le biglietterie». L’ infermeria e tutte le stanze sotto le tribune sono state forzate, devastate e il contenuto in alcuni casi lanciato all’esterno.

In mezzo alle gradinate si nota uno stanzino con grandi finestre affacciate sul campo. «Era riservato a chi teneva il registro dell’andamento della partita – spiega Emili – c’era un enorme quadro elettrico, l’avevo voluto io, perché rendeva più semplice la gestione dei punti. Sotto, oltre ai magazzini e agli uffici, una grande stanza era stata anche utilizzata per un periodo come spazio per l’attrezzistica». Emili ha conservato foto e documenti d’epoca, come un foglio del 2009, scritto a mano, che mostra l’origine dell’intitolazione del campo di Prosecco a Bruno Civelli. Sempre nel 2009 lo stesso Emili aveva avviato anche una petizione attraverso il «Comitato per la riconsegna del campo di baseball di Prosecco», con la speranza di vederlo rinascere. Lo stadio di baseball di Prosecco fu inaugurato nel 1979 in occasione del Campionato Europeo di baseball, che vide trionfare in finale gli Azzurri contro la nazionale Olandese. Fu utilizzato fino al 2005.

Lo stadio passò agli Usi Civici di Prosecco che chiuse l’impianto per problemi legati alla sicurezza delle strutture. Ma secondo Emili un’eventuale ristrutturazione dello stadio non sarebbe utile ormai a un solo sport. «Un tempo a Trieste il baseball era seguitissimo – ricorda – basti pensare che quando giocavo, abbiamo raggiunto nell’allora campo di Opicina un record di 4mila spettatori in una partita. Numeri incredibili. Nel 1958, quando ho iniziato – aggiunge – c’erano ben sei squadre che disputavano i campionati. Io conservo molti ricordi positivi, ho giocato sempre come titolare e sono stato anche richiesto in serie A. Gli appassionati arrivavano anche da fuori città per assistere alle partite. Quell’amore per lo sport l’ho portato in seguito nell’Alpina come presidente. Poi è chiaro che nel tempo le cose sono cambiate. Adesso sistemare un campo come quello di Prosecco per questa disciplina soltanto sarebbe sprecato, a mio parere – aggiunge - andrebbe avviata una collaborazione tra varie società, per usufruire di un’area molto grande e versatile. Della palazzina accanto invece non se so molto perché è stata gestita dopo la mia presidenza. So che ogni tanto ci dormivano i giocatori, peccato comunque che sia stata abbandonata».

La devastazione è totale ovunque, il campo è un immensa distesa incolta mentre tutti gli spazi interni sono stati distrutti. Pochi i controlli durante gli anni, assente qualsiasi manutenzione, che avrebbe, almeno in parte, salvato un pezzo di storia dello sport triestino e regionale.



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