Le “varvuole” a Grado stregano la pioggia FOTO E VIDEO

GRADO. «Andiamo subito a casa a mettere l’aglio alla porta e alle finestre» dice ancora impaurita la piccola Marta stringendosi alla mamma. Eh sì, perché l’unico antidoto per non far entrare in casa le “varvuole” è proprio quello di strofinare con l’aglio gli infissi metallici di casa (in aggiunta andrebbero cosparsi di acqua benedetta gli angoli delle case). L’hanno fatto nella rievocazione a Grado anche un gruppo di paesane, cercando di opporre un ostacolo all’ingresso in centro storico delle varvuole, cosa che poi hanno ripetuto - ed è stato un bel colpo d’occhio - affacciandosi alle finestre della più antica (quella originale) casa del centro storico, la Casa della Musica di piazza Biagio Marin.
La pioggia, dunque, non ha fermato le “varvuole”, le streghe che giungono dal mare che, si narra, un tempo arrivassero dall’Istria, sempre alla vigilia dell’Epifania per portar via dentro grandi sacchi i bambini cattivi. Sono arrivate, così come circa 500 persone infreddolite, e per parte della rievocazione con l’ombrello aperto, che hanno assistito allo spettacolo annunciato dai fumogeni, dai lampi e dal rumore dei remi in acqua, oltre che dalle urlanti voci di chi impersonava le “varvuole”.
Una leggenda che si fa risalire al periodo degli assalti degli Uscocchi, i pirati che effettuavano le loro scorrerie proprio nei luoghi costieri dell’Alto Adriatico. Dopo essere sbarcate in porto a bordo di cinque “batele” le brutte streghe del mare sono scese a terra in mezzo alla gente.
Alle loro urla agghiaccianti si sono così aggiunte quelle dei piccoli, in braccio a genitori o ai nonni, che di paura ne hanno presa parecchia.
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