Le tre startup "made in Fvg" approdano a Las Vegas

LAS VEGAS (Nevada, Usa). Il primo giorno del più importante salone della tecnologia mondiale si è chiuso ieri, martedì 9 gennaio, e la notizia è che c’è l’Italia ha portato tante start-up quante la Cina e più della Corea del Sud.
A tenere a battesimo il Ces 2018 è stata la pioggia, un evento meteorologico non proprio comune a Las Vegas. Il meteo però non ha fermato nessuno, soprattutto non gli italiani. A parte un po’ di disagi al traffico del mattino, altri problemi non ce ne sono stati. A dispetto della ressa, all’apertura del Consumer Electronic Show tutto si è svolto in modo regolare. Le lunghe, ma ordinate code di espositori, giornalisti e visitatori sono corse via veloci. I controlli attenti di borse e zaini ai varchi hanno rubato solo pochi secondi. Un’occhiata e via agli addetti alla sicurezza è bastata.
Il salone conta 3.900 espositori divisi su quattro macro aree, ciascuna aggrega diversi casinò e il risultato è impressionante. O si sa cosa cercare e il rischio è di girare a vuoto. I principali brand mondiali ci sono tutti. Dall’automotive all’intelligenza artificiale passando per la realtà virtuale e per il mondo del benessere e dello sport, a Las Vegas si può trovare tutto, anche quello che ancora non c’è. Anzi, soprattutto quello che ancora non c’è. Nel deserto del Nevada si può trovare il futuro. È qui che le aziende svelano le loro novità.
L’Italia si è presentata a Las Vegas con una delegazione di 47 start-up, 29 delle quali portate da Tilt, il digital hub della triestina Teorema e di Area Science Park. Nonostante qualche problema legato ai collegamenti aerei (dovuti soprattutto alla perturbazione che ha colpito il Nordest degli Stati Uniti), ieri l’entusiasmo era alle stelle.
Come sottolineato da Michele Balbi, presidente di Teorema, si è trattato di un piccolo miracolo. Tutto è stato organizzato a partire da ottobre e nessuno avrebbe scommesso sul fatto che l’idea di portare al Ces un gruppo di imprenditori italiani con idee innovative si sarebbe concretizzata. Certo, qualcuno potrebbe dire, magari, che la posizione del padiglione “Made in Italy-The art of technology” non è proprio centrale e strategica all’interno della sezione Eureka Park, ma l’importante era esserci e mettere la prima bandierina.
Le startup sono circa 900, in rappresentanza di 42 paesi, e i francesi, con le loro 275 sono i leader indiscussi dopo gli Stati Uniti (289): per i transalpini il settore dell’innovazione vale 3,5 miliardi di euro. “Perché lasciare tutto in mano agli stranieri?” è stata la domanda che si è posto lo scorso anno Balbi, proponendosi di portare l’Italia al Ces. “La selezione delle start-up è fondamentale per fare innovazione. Non possiamo importare le idee. Non noi italiani”, spiega. E allora, per adesso, ne ha portate 29 - tre delle quali dal Friuli Venezia Giulia -, ma l’obiettivo per l’anno prossimo è raddoppiare. E questo ci porterebbe teoricamente al terzo posto davanti ai Paesi Bassi. Per ora ci accontentiamo di dividere la quarta piazza con Pechino.
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