Le torri di Popovic in fumo a Capodistria

Il sindaco deve arrendersi all’assenza di investitori. Tramonta anche il maxi marina nell’area di Giusterna

TRIESTE. Era stata una sorta di visione, di illuminazione emanata dai sogni sauditi di un ambizioso sindaco del Litorale sloveno. Ora tutto si sbriciola sotto l’inesorabile pressa del reale. A fronte di bilanci comunali sempre più ristretti, al dover trovare assolutamente i soldi per spazzare l’immondizia piuttosto che improvvisare nuove costose piramidi.

E così si è sbriciolata l’enorme torre Capovista che il primo cittadino di Capodistria voleva costruire al largo del capoluogo del Litorale sloveno. Ma tramonta anche il progetto del mega marina a Giusterna, affogato con il fallimento della società, la Istrabenz Marina Invest, che doveva realizzarla.

Una storia di ordinaria burocrazia e di scarsa visione imprenditoriale quest’ultima, con il Comune di Capodistria e l’appositamente creata Istrabenz Marina Invest che nel 2007 hanno firmato la concessione dell’area che avrebbe dovuto essere interessata dall’opera. Il fatto è che la concessione per l’uso delle acque (una sorta di concessione demaniale) che doveva giungere dagli organi di governo di Lubiana ci ha impiegato tre anni per arrivare fino sul Litorale quando, siamo nel 2010, l’avventura manageriale di Igor Bav›ar, ex leader di Istrabenz, ex ministro degli Interni del primo governo della Slovenia indipendente, è oramai alla fine. Istrabenz Marina Invest fallisce.

Il primo sogno di Popovi„ svanisce. Ma, a posteriori, viene da chiedersi quanto il ritardo di quella concessione per l’uso delle acque sia stata dovuta a ordinaria burocrazia o non sia stata piuttosto politicamente ritardata a fronte delle vicende di Igor Bav›ar inesorabilmente indirizzate verso il viale del tramonto. E così sono sfumati i quasi 820 nuovi posti barca previsti dal progetto, i posti di lavoro che avrebbero generato anche nell’indotto del diportismo nautico. Resta una causa giudiziaria per il rientro dalle garanzie bancarie del valore di un milione di euro.

Per la mega torre da 160 metri a forma di spirale davanti a Capodistria da innalzare su un isolotto artificiale restano solo i rendering al computer. Una torre che doveva “contenere” un hotel di super lusso, un centro convegni, uffici, abitazioni a cinque stelle, un ristorante all’ultimo piano e un eliporto sul tetto. Un progetto decantato dal sindaco Popovi„ come qualcosa di assolutamente straordinario, ma il costo di questa imponente opera progettuale dello studio spagnolo CMD Ingenieros che comprendeva anche una “rilettura” dell’intera area urbana di Capodistria non è mai stato reso pubblico.

È costato, invece, alle casse del Comune, 46mila euro il progetto Capovista, per l’omonima torre, predisposto dalla società capodistriana Agensdesign. Anche qui la torre aveva quasi 150 metri di altezza ma doveva diventare un centro d’affari e commerciale con una grande area ricreativa e un mega parcheggio per 3mila automobili. «Se la costruirete vi sputeremo in faccia per tutta la vita», era stata la reazione dell’architetto e urbanista Darko Likar alla presentazione della torre che i progettisti difendevano definendola «una provocazione» per ripensare Capodistria. Ma alla fin fine, nessun investitore in vista, soldi pubblici zero e quindi restano i sogni, solo i sogni e un bel po’ di soldi pagati agli architetti.

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