Le tesi di sei studentesse simbolo dell’ateneo di Trieste in lotta contro le discriminazioni
TRIESTE Dare valore a ogni approfondimento intellettuale, a ogni sforzo - accademico e non - che favorisca il raggiungimento dell’uguaglianza e delle pari opportunità. Questo è l’obiettivo del Cug, il Comitato unico di garanzia dell’Università, istituto “ad hoc” contro le discriminazioni e a favore del benessere dei lavoratori, che ha premiato sei studentesse per le tesi che hanno saputo sviluppare proprio su questi temi.
«Abbiamo indirizzato agli studenti che si sono laureati nel corso dell’anno accademico 2018-2019 la proposta di concorrere alla selezione con degli elaborati che riguardassero gli ambiti di cui l’istituto si occupa, tra cui il contrasto alle discriminazioni, le pari opportunità, il benessere lavorativo e la violenza di genere», sottolinea la professoressa Saveria Capellari, presidentessa del Cug.
La scelta di premiare elaborati che hanno il merito di approfondire campi tanto delicati viene dalla necessità di rispondere al compito che ha l’Università: «Promuovere delle analisi che amplifichino la conoscenza di determinati fenomeni», e «rafforzare una cultura che aiuti a superare gli stereotipi», aggiunge la docente.
In totale, al Cug sono pervenute 44 tesi (di cui 27 triennali e 17 magistrali). Le tesi magistrali che hanno ottenuto il premio in denaro (pari a 500 euro) sono state quelle di Martina Pellegrini, Agata Lugli e Marianna Santonocito. La tesi di Pellegrini, dal titolo “Violenza contro donne e minori: azioni di contrasto e tutela delle vittime dopo la condanna all’Italia da parte della corte Edu”, esamina l’evoluzione del diritto comunitario e nazionale in tema appunto di violenza contro le donne e i minori. E le pagine del suo elaborato, secondo la commissione del Cug, possono essere «strumento fruibile per chiunque voglia costruirsi una solida conoscenza dell’evoluzione della normativa e dei problemi attuali». Diversa problematica invece quella approfondita da Lugli, che nella sua tesi “I lavoratori esposti all’amianto: tutela legislativa e profili previdenziali” si avvicina in modo sistematico e completo a un tema che, benché ormai noto da molti anni, non perde ma anzi mantiene e rafforza la propria attualità. Santonocito è invece stata premiata per l’elaborato su “La consulenza tecnica nei casi di violenza post-separazione e coinvolgimento dei figli e delle figlie”, in cui, adottando la prospettiva della psicologia sociale, ha scandagliato un risvolto molto complesso dei procedimenti che hanno per oggetto situazioni di violenza domestica.
Nell’ambito delle tesi triennali, a cui è stato corrisposto un premio pari a 250 euro, a essere riconosciuti come i migliori sono stati gli elaborati di Chiara Cettolin, Carlotta Franzoso e Giorgia Vascotto. Nel lavoro “Sessismo linguistico e visibilità femminile: un’analisi del maschile non marcato in italiano”, a Cettolin è stato riconosciuto l’impegno di promuovere un uso non sessista del nostro linguaggio. Per quanto riguarda invece la tesi di Franzoso, “La comunicazione pubblica e l’italiano amministrativo: proposte di riscrittura per parlanti non nativi”, a colpire il comitato è stato lo sforzo di voler affrontare una tematica non comune, ma che ha invece molte implicazioni in una società sempre più multietntica. Infine a Vascotto è stato assegnato il premio per “Mind the gap: il fenomeno del divario retributivo di genere”, una tesi che, puntando l’attenzione su gran parte dei problemi che riguardano la mancata parità di genere, affronta la forbice delle buste paga: un tema strettamente connesso agli interessi perseguiti dal comitato che ha lanciato quest’iniziativa.—
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