Le storiche Topolino ospiti in piazza Unità a Trieste

Lunedì 30 aprile dalle 12 alle 18 quaranta auto sosteranno in centro Iniziativa per visitare i luoghi della Prima guerra mondiale. Poi sfilata oltre confine
Lasorte Trieste 30/04/18 - Piazza Unità, Raduno Topolino
Lasorte Trieste 30/04/18 - Piazza Unità, Raduno Topolino

TRIESTE È probabile che il “Topolino autoclub Italia”, con sede a Bologna in via Ranzani 13/5, ignorasse o non avesse tenuto in conto l’appuntamento elettorale con le regionali, quando ha chiesto al Comune triestino l’appoggio per la manifestazione “Mitteleuropa-Trieste e Slovenia”.

Lunedì 30 aprile, mentre sarà in corso lo scrutinio per sapere chi governerà la Regione Fvg nel prossimo quinquennio, una quarantina di “Topolino” sosteranno in piazza Unità da mezzogiorno alle 18. Il percorso triestino partirà da Aquilinia e arriverà a Miramare, da Miramare alla piazza, poi ancora Aquilinia per raggiungere la Slovenia. Il club “Topolino”, d’intesa con l’Automotoclub storico italiano (Asi), ha pensato a un viaggio nei luoghi della Prima guerra mondiale, 300 chilometri a cavallo del confine italo-sloveno, con una fermata di sei ore nel cuore di Trieste.


Il Comune, con apposita delibera di coorganizzazione, s’è detto disponibile e ha concesso piazza e collaborazione della Polizia locale, che scorterà lo storico corteo motorizzato su e giù per il territorio del Municipio. Chiede ai fans della celebre utilitaria di garantire la pulizia delle aree pubbliche coinvolte, di prestare attenzione alla pavimentazione della piazza, di parcheggiare i quaranta reperti a motore nella prima metà dello spazio urbano, di provvedere alla loro sorveglianza.

Niente aiuti in quattrini, quindi niente spese o minori entrate per l’amministrazione. Il Comune ritiene che si tratti di un’iniziativa di carattere turistico, dove l’attrazione è costituita da vetture d’epoca che viaggeranno normalmente su strade aperte al traffico.

“Balestra corta”, “balestra intera”, “500 B”, “500 C”, “giardiniera”: nelle sue varie edizioni la “Topolino” è una delle auto più famose e popolari nella storia nazionale del settore. Venne fabbricata dalla Fiat in un arco temporale che andava dal 1936 al 1956. La sua “biografia” è ricca di aneddoti ed è interessante ripercorrerli. A partire dal 1930, quando Benito Mussolini convocò il senatore Giovanni Agnelli, chiedendogli un’auto economica, alla portata di molti portafogli, che non superasse il costo di 5 mila lire. Un’idea – sia detto per inciso – che poco più tardi fu ripresa in Germania da Adolf Hitler, dopo essere salito al cancellierato, il quale incaricò Ferdinand Porsche di un compito analogo: nacque allora la Volkswagen, l’auto del popolo.

Il progetto e la relativa messa a punto della “Topolino” o – se si preferisce – della prima “500” procedettero lungo piste tortuose. Venne incaricato Oreste Lardone, ma l’esordio fu, purtroppo per lui, disastroso: poco dopo l’uscita dallo stabilimento del Lingotto, probabilmente per una perdita di carburante, scoppiò un incendio, che costrinse gli occupanti dell’auto a evacuarla. Tra di loro c’era il senatore Agnelli, che non gradì e licenziò il povero Lardone. Avanti, allora, con un nuovo tecnico: incarico a Dante Giacosa, che aveva lavorato alla “Balilla” e che godeva della fiducia di Antonio Fessia e Tranquillo Zerbi, responsabili dell’ufficio progetti della Fiat. Stavolta il collaudo andò meglio: il prototipo venne provato su strada nell’autunno 1934, un tragitto che usciva a oriente da Torino, toccava Ivrea, Cigliano, assaggiò l’autostrada Torino-Milano dove superò gli 80 chilometri all’ora.

La denominazione “Topolino” ispirata a Walt Disney, in un momento di scarsa inclinazione esterofila, lasciò il posto alla più anodina “Fiat 500”. E così nel giugno 1936 venne presentata al Duce nella sua residenza di Villa Torlonia. E potè andare sul mercato, anche se – dicono gli storici – il prezzo risultò superiore alle 5 mila lire auspicate da Mussolini: costò circa 9.000 lire, ma ebbe comunque un buon successo, perché consentì di ampliare l’uso dell’auto in una nazione dove circolavano poco più di 220 mila mezzi.

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