Le serrande che restano alzate: edicole aperte anche oggi (domenica 22 marzo)

Sono 383 nell’elaborazione del Centro studi della Camera di commercio Pordenone-Udine di cui 89 in provincia di Trieste e 47 in quella di Gorizia
L'edicola di piazza Riborgo (Foto Bruni)
L'edicola di piazza Riborgo (Foto Bruni)

TRIESTE. Chiudono anche gli alimentari oggi (domenica 22 marzo). Sarà la prima volta dall’inizio dell’emergenza, per effetto dell’ordinanza di due giorni fa a firma Massimiliano Fedriga. E sebbene per quanto riguarda altre tipologie commerciali nelle ultime ore ci sia una interlocuzione in corso con il governo sulle chiusure della domenica, in ogni caso le edicole no, domenica non chiudono. Continueranno a svolgere il loro servizio, baluardi di fronte a un contagio che pare ancora dover raggiungere il picco visti i numeri della settimana.

Sono 383 le attività di commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici, secondo le elaborazioni del Centro studi della Camera di commercio Pordenone-Udine su dati Infocamere. Ce ne sono 89 in provincia di Trieste, 47 a Gorizia, 174 a Udine, 73 a Pordenone. I loro gestori sono pronti a lavorare anche domani, in città deserte o quasi, ma con tanti cittadini che non vorranno perdere l’appuntamento con il quotidiano, con una rivista di approfondimento sul drammatico momento che il mondo sta vivendo o con una lettura più leggera, che possa regalare qualche minuto di distrazione.

Le edicole, del resto, sono sempre rimaste aperte, sin dalle prime ordinanze statali e regionali. E pure adesso che si è imposta un’ulteriore stretta, le istituzioni hanno comunque deciso di non cambiare rotta. Lo ha spiegato Andrea Martella, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'Informazione e all'Editoria: «Nelle emergenze sanitarie i giornali sono come i farmaci: un antidoto». Non a caso domani con le saracinesche all’insù ci saranno anche farmacie e parafarmacie. È ancora il Centro studi Cciaa a fornire i dati: ce ne sono 492 in regione, di cui 95 a Trieste e 59 in provincia di Gorizia. «Le edicole – ha sottolineato Martella in un intervento sul nostro giornale –, anche nei momenti più terribili della storia del Paese, sono rimaste aperte e lo sono anche in questi giorni che ci mettono a dura prova, grazie allo spirito di servizio e alla dedizione di tanti edicolanti che non si sono fermati, consapevoli dell'importanza del proprio lavoro. A loro va la mia gratitudine».

E dunque, se in qualche modo la Cina ha indicato una via per combattere il virus, di certo non si seguirà lo stesso modello sul fronte dell’informazione. Nessun blocco su stampa e social, ha assicurato il governo Conte. «Da sempre le epidemie toccano gli strati profondi dell'immaginario – ha aggiunto Martella –, mettendo in crisi i legami sociali e scatenando paure ancestrali, salvo il fatto che oggi gli strumenti di moltiplicazione dei messaggi informativi sono incomparabilmente più potenti che in passato. E possono essere utili».

L’informazione diventa anzi parte della strategia di risposta alle emergenze e le edicole che ne consentono la trasmissione vanno considerate servizio pubblico essenziale. E anche domani, nel giorno con il maggior numero di chiusure dall’inizia della guerra al virus, saranno a disposizione dei cittadini. 


 

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