“Le sariandole” di Barcola che spremono il sole

Gruppi di appassionati della tintarella che si ritrovano con la brandina anche d’inverno. «Qui ci rilassiamo, chiacchieriamo e giochiamo a carte»
Silvano Trieste 10/05/2014 Topolini, i frequentatori storici
Silvano Trieste 10/05/2014 Topolini, i frequentatori storici

Sono i patiti della tintarella: gli “aficionados” dell'abbronzatura selvaggia. Ma a Trieste sono conosciuti come le “sariandole” della riviera barcolana. Per loro le stagioni non contano. Non importa se siamo in pieno autunno o se ci troviamo addirittura nel cuore dell'inverno: l'unica cosa che conta è che non piova e che spunti un raggio di sole, anche minimo. Tutto il resto arriva di conseguenza: basta attrezzarsi con un seggiolino, una brandina o un semplice asciugamano. L'importante è avere sempre con sé una crema abbronzante ed a quel punto ci si può tranquillamente dirigere sul lungomare. Li riconosci subito e non solo dall'abbronzatura della pelle, ovviamente di tutto rispetto. Ma anche per lo spirito che li contraddistingue: in genere si ritrovano in gruppo con i vecchi amici, per lo più conosciuti sul posto. E soprattutto sono legati alla loro zona, che frequentano da una vita e che non cambierebbero per nulla al mondo.

Il primo gruppo lo incontriamo nell'area dell'ex Cedas, subito dopo la pineta di Barcola: uno dei frequentatori storici è Fulvio, capelli bianchi ed abbronzatura perfetta già ad inizio stagione. «Vengo da queste parti fin da ragazzino - spiega - C'è poco da fare: al sole mi sento bene, mi rilasso, chiacchiero con gli amici e, quando capita, gioco a carte. L'acqua? Non importa in che mese siamo, basta che abbia almeno 13 gradi e ci entro senza problemi per farmi una nuotata». Lì accanto ci sono gli amici Enzo, Roberta, Annamaria e Daniela. «Veniamo qui dodici mesi all'anno, basta che ci sia un po' di sole - affermano -. Ma non è solo una questione di abbronzatura: qui conta stare con gli amici e fare gruppo. Si legge, si gioca, si ascolta musica e si canta: ma soprattutto ci si rilassa e si sta bene. Qualche volta capita anche che ci sia qualche baruffa per i posti migliori o che ci si arrabbi per il fatto che a maggio le docce non siano ancora funzionanti».

Ci spostiamo più avanti, all'altezza del primo Topolino: qui il “presidente” indiscusso della zona si chiama Omero, nome che tradisce le sue origini greche. «Si può dire che frequento la riviera barcolana da sempre - racconta -. All'inizio alla terrazza mare, poi mi sono spostato ai Topolini. Il sole ed il mare sono un toccasana incredibile: in una parola sono tutta la mia vita. Vengo qui tutto l'anno ma il mare fuori stagione è decisamente un'altra cosa». Del gruppo del primo Topolino fanno parte anche Roberto, Livia, Graziella e Chiara: «Per noi il sole è una sorta di droga: una passione che ci hanno trasmesso i nostri genitori e che abbiamo fin da piccoli - dichiarano -. Un mix perfetto di natura e salute. Questo è un luogo strategico ed affascinate: la pace e la tranquillità che si respirano qui non si trovano da nessun'altra parte. Se siamo un circolo chiuso? Beh diciamo che si può anche entrare nel nostro gruppo ma bisogna avere dei requisiti particolari: innanzitutto essere venuti al mare almeno una volta in inverno. E poi non bisogna essere del tutto normali».Un capitolo a parte lo merita un personaggio davvero speciale: si chiama Lino Castriotta, classe 1940, nato in Puglia, a Manfredonia, ma triestino d'adozione. Il suo regno è quello del quinto Topolino: un autentico “aficionado” del lungomare tanto da essersi meritato l'appellativo di “Sindaco di Barcola”. A differenza del suo “omologo” Cosolini non porta la fascia tricolore, ma sfoggia una forma fisica ed una abbronzatura da urlo. Nonostante alcuni vistosi cerotti ricordino un recente intervento alla milza, è già presente nella sua postazione di ordinanza. «Vengo qui tutto l'anno, tempo permettendo, da quando avevo 15 anni - racconta -. Questo è diventato il mio habitat naturale: un luogo che fa bene al fisico ma anche alla mente. Qui penso, rifletto e cerco l'ispirazione per scrivere poesie. Sono una persona che ama lo sport: ho praticato il canottaggio, la pesca per hobby e poi la corsa, tanto che ho partecipato per cinque volte alla maratona di New York. Ma se ho potuto ritagliarmi questi spazi - conclude - lo devo alla mia famiglia ed a mia moglie in particolare che, a differenza mia, non ama il sole ed il mare, ma ha sempre saputo comprendere queste mie passioni».

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