«Le priorità? Negozi e parcheggi»

I residenti sperano nella realizzazione di uno “shopping center” che animi la zona
Di Benedetta Moro

Un centro commerciale in primis. Ecco cosa fare al posto della Fiera di Trieste. Ma anche un parco e dei posteggi. E chissà che la holding austriaca Mid non ascolti i residenti dell'area intorno, tra Montebello e l'Ippodromo. Ogni posizione ha una ragione d'essere precisa. Nena Stojimirovic, proprietaria dell’omonimo coiffeur, nota proprio la mancanza di negozi in questa zona. Ma anche di parcheggi. «Un tempo c’era più vita da piazza Foraggi in su - dice -, oggi, nonostante l’area sia molto tranquilla e la gente che ci abita anche, manca un po’ di fermento». Se si aggiungesse dunque un centro commerciale, ecco che si fornirebbero nuovi servizi al momento mancanti. «A parte un ristorante qui di fronte, non c’è nient’altro che possa essere un buon punto ristoro qui vicino», osserva. Ma a mancare sono anche i posteggi. «A Trieste - dice - non è una novità questa carenza».

Sulla necessità di un blocco di negozi al posto dei padiglioni è d’accordo anche Silvia Crosara, da un anno residente in questa zona. Come se lo immagina questo “shopping center”? «Con diversi fori dedicati alle scarpe, ai giocattoli - risponde Silvia -, ai vestiti per bambini, a una cartoleria, a una lavanderia. Insomma un classico centro commerciale». Anche Shqiprona Buqa, che abita vicino all'ippodromo, è d'accordo. «Ci vogliono nuovi negozi», afferma. Ma poi ci pensa e cambia idea. «Anzi, no, abbiamo bisogno di un parco. Questo giardino in piazzale de Gasperi è pericoloso. È in mezzo alla città, bisogna stare attenti alle auto. Mio fratello, ogni volta che ci va, deve essere guardato in continuazione perché si ha paura finisca in strada».

«Spazi di divertimento, residenziale, commerciale e parcheggio - afferma invece Lucio Bassanese, proprietario dell'enoteca Bere Bene - come destinazione mi sembra abbastanza intelligente e soprattutto in sintonia con quelle che possono essere le esigenze del rione, tanto più che ora c'è anche in corso la ristrutturazione della ex fabbrica Sadoch, realizzata all'epoca dall'architetto Romano Boico». Ormai l'edificio della Fiera «è fuori dal tempo. A parte la fiera del caffè, che poi comunque si è spostata e che è internazionale, tutte le altre che sono state fatte nel frattempo erano senza una logica e senza un ritorno perché mi pare il bilancio fosse negativo da tanti anni e non di poco. Rispetto alle altre fiere, ci sono differenze lunari per parcheggio, organizzazione ecc., non ha i servizi - dal casello autostradale ci vuole almeno un'ora per entrare in fiera. Se poi dovessero dare anche un indirizzo migliore all'ippodromo, che è un'altra palala al piede, sarebbe meglio, perché non muove nulla, ci sono quattro gatti che vanno ad assistere e a giocare, è tutto fermo agli anni 60 - 70 come affermano quelli che lo frequentano e vengono da fuori».

Maurizio Godnic, del bar Wayra, è proprio contento di questo cambio di rotta per un luogo abbandonato ormai da tanto tempo. «È una bella soluzione, soprattutto perché sono degli austriaci i nuovi proprietari e hanno le idee più chiare di altri nel fare qualcosa di costruttivo perché la zona è stata abbandonata da decenni. Io son qui da 31 anni e la fiera è sempre stata - diciamo - meno fiera perché tutte le manifestazioni sono state spostate man mano in altri luoghi. Anche l'ex Caserma di via Rossetti sarebbe da rivalutare». E quanto pesava questa zona così vuota, lui lo sa bene. «Quando c'erano le fiere qui si lavorava anche la domenica, tutto il giorno, c'era un passaggio e un continuo via vai». E poi c'è anche l'ex fabbrica Sadoch che rappresenta un’altra sfida per rivitalizzare questa parte di Trieste. «È in disuso praticamente da 20 anni. Ora è stata riavviata la procedura per costruire appartamenti. Qualcosa insomma si muove».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo