Le priorità di D’Agostino: «Sinergie con Capodistria»

Il nuovo commissario ha incontrato la governatrice, Cosolini e Bassa Poropat. «Gurrieri segretario? Ho altre opzioni. Su Adriafer bisogna valutare»
Il commissario del porto di Trieste Zeno D'Agostino (Bruni)
Il commissario del porto di Trieste Zeno D'Agostino (Bruni)

Gurrieri no, Capodistria sì, privatizzazione di Adriafer nì. Zeno D’Agostino, il gatto da compagnia, lo lascerà a casa e non se lo porterà in ufficio. Ma non è che la discontinuità, rispetto ai quattro anni di Monassi finiti giusto ieri, si misurerà col fatto che da oggi alla Torre del Lloyd non si vedrà più un cane a caccia di coccole. A chi s’aspettava che tirasse una riga tra sé e colei che l’aveva preceduto, il neocommissario dell’Authority ha dispensato proprio ieri un primo boccone, mantenendo un tono istituzionale, e mai indelicato. Il contesto, d’altronde, richiedeva questo (il boccone della discontinuità) e quello (la neutralità dei toni). Ieri pomeriggio infatti - dopo aver incontrato al mattino la stessa Monassi in via von Bruck in quello che è stato il passaggio di testimone - D’Agostino ha preso contatto con la città e il potere incarnato dal Pd. Alle tre ha varcato la soglia del palazzo della Regione, ha avuto un colloquio a due di una mezz’ora con la governatrice Debora Serracchiani, poi sono arrivati a distanza di cinque minuti prima il sindaco Roberto Cosolini e quindi la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. Da lì è iniziato un nuovo confronto allargato a quattro, di presentazione e onori di casa, durato un’altra mezz’ora.

Bassa Poropat, il sindaco Cosolini, il commissario D'Agostino e la governatrice Serracchiani (Bruni)
Bassa Poropat, il sindaco Cosolini, il commissario D'Agostino e la governatrice Serracchiani (Bruni)

Sul tavolo un ventaglio di titoli che aspettano un sottopancia: il Piano regolatore portuale finalizzato tra l’altro all’allungamento del Molo VII, di cui s’attende uno sblocco peraltro già annunciato, la futura Piattaforma logistica e l’area Arvedi che sta accanto, le concessioni Siot, Teseco e Tmt finite nei pensieri delle istituzioni comunitarie («una situazione non banale perché un Porto vive della capacità di programmazione dei propri terminalisti», come ha poi osservato il nuovo capo dell’Authority). E ancora l’abbandono della doppia manovra ferroviaria («non è detto che la privatizzazione sia la soluzione del problema»), lo spettro del rigassificatore e il tormentone Porto Vecchio. Questo ma non solo, a sentire le considerazioni fatte proprio dal neocommissario al termine dell’incontro a quattro, davanti ai giornalisti.

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Un'immagine del Molo Settimo

«Mi trovo in un ambiente molto positivo, carico di sfide e opportunità importanti, e sono conscio che ci sarà da lavorare, con tanta fatica», ha esordito D’Agostino prima di prendere posizione, decisamente netta, su uno dei temi d’attualità di questi giorni di trapasso da un presidente a un commissario: le manovre, con tanto di lettere ufficiali, di una parte non inconsistente degli operatori portuali (non Maneschi) che puntano ad avere come interlocutore, nel ruolo di prossimo segretario generale, Antonio Gurrieri. Dirigente di lungo corso che è stato ultimamente una specie di “facente funzioni” del facente funzioni effettivo Walter Sinigaglia, dopo che questi se n’è andato in pensione, e che il presidente della Camera di Commercio Antonio Paoletti aveva messo nella terna per il post-Monassi. «Ho visto anch’io quelle lettere - ha puntualizzato il neocommissario - e come il sindaco ritengo che tale richiesta sia irricevibile nei contenuti e nella forma, e lì mi fermo».

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Per Serracchiani «un aspetto fondamentale resta l’organizzazione del lavoro nell’ambito portuale, su cui l’Authority dovrà impegnarsi nell’immediato. La disponibilità degli enti del territorio è massima, sia per garantire la necessaria collaborazione istituzionale sia per supportare questo processo di riorganizzazione». «La Regione - ha proseguito la governatrice - deve iniziare davvero a ragionare in termini di portualità allargata con tutti i suoi porti, quindi con Monfalcone e Porto Nogaro, e con l’intero sistema intermodale, Campo Marzio, bivio San Polo di Monfalcone e interporto di Cervignano, per fare in prospettiva di questa nostra regione una vera Piattaforma logistica, che però ha bisogno di essere messa assieme, di costruire sinergie, con le Regioni ma anche con i Paesi a noi vicini: dobbiamo essere preparati». Dall’idea «suggestiva» della “super Authority” in chiave Porto-Regione un assist per D’Agostino: con Capodistria come la mettiamo? «Il mio - così il commissario - è un approccio il più vicino possibile a quello del mercato. E per il mercato il Mediterraneo è piccolo, l’Adriatico è ancora più piccolo e l’Alto Adriatico più piccolo ancora. Se vogliamo essere sempre più competitivi nei confronti del mercato l’unico sistema è avere la volontà di creare sinergie anche con soggetti di un altro Paese, che possono essere diversi dal punto di vista istituzionale e geopolitico, ma non da quello logistico».

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