Le preghiere a Santa Croce in memoria dell’ex parroco

In chiesa 130 persone per il Rosario con canti e la lettura di brani della Bibbia Solo una mini fiaccolata fino alla canonica. Non era presente don Jozef Speh
Di Ferdinando Viola
Silvano Trieste 03/11/2014 S.Croce, preghiera in memoria di Don Maks
Silvano Trieste 03/11/2014 S.Croce, preghiera in memoria di Don Maks

Ieri le polemiche e le incomprensioni, oggi la preghiera e il silenzio. La comunità parrocchiale di Santa Croce si è raccolta ieri sera nella chiesa dedicata all’Invenzione della Santa Croce per un momento di riflessione e la recita del Rosario. Il suicidio di don Maks Suard, sacerdote molto apprezzato nel paese carsico, ha lasciato il segno e messo in crisi i rapporti con la Curia triestina per come tutta la vicenda è stata gestita dall’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi. Lo stesso Crepaldi ha constatato la frattura sabato quando la sua presenza per la messa di Ognissanti non è stata gradita.

Ieri sera nessun accenno al presule, solo preghiere e canti. Lo ha detto chiaramente all’inizio della cerimonia uno dei giovani che ha organizzato l’incontro: «Siamo qui solo per ricordare e pregare per don Suard il nostro caro parroco, che il Signore lo accolga in cielo». Grande silenzio, qualche momento di commozione e tanta preghiera. Alla fine si è svolta una mini fiaccolata fino all’ingresso della canonica. Doveva percorrere tutte le vie del paese, ma all’ultimo momento non si è fatto nulla. Sembra che non avesse ottenuto l’autorizzazione da parte del Comune, altri invece dicono che l’idea della fiaccolata era ottima, ma non è stato possibile organizzarla in poche ore. Comunque, anche se mini, la testimonianza di affetto verso il parroco suicidatosi c’è stata e hanno partecipato anche altre persone arrivate alla fine del Rosario. Ma il momento della preghiera, quello più importante e intimo, si è svolto in una chiesa tutta illuminata dove erano presenti circa 130 persone ogni età. La cerimonia è stata organizzata dai giovani della parrocchia slovena è si è svolta nella loro lingua.

Il nuovo parroco, don Jozef Speh, nominato sabato scorso dall’Arcivescovo, non è si è fatto vedere. Si è atteso fino all’ultimo l’arrivo del sacerdote. Un’assenza giustificata dalla comunità: «È difficile anche per lui - ha detto qualche fedele uscendo dalla chiesa - essere presente qui in un momento di grande dolore per tutti noi e di attrito della parrocchia con la Curia. E siamo sicuri che anche don Jozef è addolorato quanto noi, se non di più». La cerimonia in memoria di don Maks è stata perciò condotta dagli stessi ragazzi che si sono alternati all’altare nella recita del Rosario, nei canti e nella lettura di alcuni brani della Bibbia. Non brani presi a caso, ma scelti appositamente per la circostanza e che parlavano dell’amicizia, delle ferite che non si rimarginano e del dolore. Ma senza alcun accenno polemico. L’avevano detto prima dell’inizio della cerimonia: oggi ci troviamo qui solo per pregare. Quello che poi è avvenuto: grande partecipazione nel silenzio e nella preghiera.

Anche se fuori della chiesa, a cerimonia finita, qualche parrocchiano, è tornato sul comportamento di monsignor Crepaldi: «Abbiamo un vescovo che non conosce la realtà slovena e non si è neanche mai impegnato su questo fronte. Il suo modo di agire nei riguardi della vicenda di don Maks, di tutta la vicenda che ha portato alla sua morte, è stato frettoloso, come ha ben detto Boris Pahor».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo