Le pistole ai vigili di Trieste in primavera: in 77 dicono no all’armamento
TRIESTE Fra meno di un anno gli agenti della Polizia locale avranno in dotazione le pistole. Il conto alla rovescia è iniziato: un nuovo e decisivo passo in avanti sulla strada che porterà all’armamento del corpo è stato compiuto in questi giorni. Lo ha annunciato ieri il vicesindaco, nonché assessore per la Polizia locale e la Sicurezza, Paolo Polidori, spiegando che «sabato è scaduto il termine entro il quale i 235 componenti della Polizia locale potevano confermare la disponibilità a utilizzare le armi, decidendo così di rimanere all’interno del corpo, oppure di uscire dallo stesso, pur rimanendo ovviamente a disposizione dell’amministrazione comunale. Sono stati 77, fra i quali sono 29 le donne, gli agenti che hanno optato per questa seconda possibilità. Ne rimangono perciò ben 158 pronti a impugnare le pistole. Nella delibera del Consiglio – ha ricordato Polidori – nella quale si era deciso di intraprendere l’iter per armare il corpo della Polizia locale si era stabilito che il numero minimo di agenti disponibili ad armarsi doveva essere di almeno cento unità. Siccome siamo ben al di sopra di questa cifra – ha proseguito il vicesindaco – oggi posso ufficializzare l’avvio della fase due, cioè quella che porterà a completamento questo processo».
I tempi
Un percorso che sarà ultimato entro la prossima primavera: «I prossimi passaggi – ha proseguito – prevedono innanzitutto l’avvio delle procedure di gara per adeguare i locali che poi fungeranno da armerie. Chiusa questa fase, acquisteremo le armi, che saranno le pistole Glock 17, costruite in Austria, e cominceremo con i test psico attitudinali degli agenti e con la loro formazione. A quel punto avremo un corpo di Polizia locale adeguato alle esigenze di sicurezza di una società come quella di oggi. Peccato che saremo fra gli ultimi Comuni del Friuli Venezia Giulia ad arrivare a questo traguardo».
L’organico
In parallelo, Polidori ha annunciato che si procederà anche al ringiovanimento del corpo: «Abbiamo in animo – ha assicurato – di predisporre un nuovo concorso per l’assunzione di una ventina di agenti, che andranno ad affiancarsi a quei 30 che abbiamo recentemente inserito. Vogliamo arrivare alla costruzione di un corpo della Polizia locale in grado di affrontare anche situazioni difficili e potenzialmente pericolose – ha detto ancora Polidori – e perciò opportunamente armato e costituito da personale più giovane e aggiornato, dove l’età media sarà di parecchio inferiore rispetto a quella attuale che è di ben 55 anni». Molto chiaro anche l’aspetto finanziario. «Esiste il cosiddetto Pacchetto sicurezza – ha ricordato Polidori – messo a disposizione dalla Regione, che servirà per l’intera operazione. Per quanto concerne il costo delle pistole – ha precisato – la somma che servirà per acquistarle è di circa 70 mila euro. Tutto il resto servirà per l’allestimento delle armerie, la sistemazione delle telecamere di sicurezza, la predisposizione del sistema informatico di gestione delle armi, l’addestramento dei vigili». Per Polidori «il Comune sta adempiendo a uno dei più rilevanti punti programmatici della coalizione che sostiene la giunta». Il vicesindaco ha poi voluto sottolineare che «i casi di obiezione di coscienza verso la detenzione e l’uso di un’arma sono stati solo due». Polidori ha poi espresso un auspicio: «Spero siano numerosi, fra i 77 che oggi hanno optato per il “no all’arma”, a cambiare idea nei prossimi mesi».
I “non armati”
Il vicecomandante del corpo, il colonnello Paolo Jerman, ha sottolineato che «fino a che non sarà pienamente a regime il nuovo corso, cioè fino alla prossima primavera, i 77 potranno continuare a svolgere il loro lavoro, nelle funzioni ritenute più adeguate o in quelle già consuete, se amministrative, oppure essere impiegati in altri settori del Comune». Anche Jerman ha evidenziato che «ci sarà sempre la possibilità di modificare la propria opinione e decidere di aderire alle funzioni armate della Polizia locale: l’opzione depositata non è irreversibile».
I sindacati
Immediata si è fatta sentire la reazione dei sindacati. Walter Giani, della Cisl, ha ricordato che «è irrisoria l’indennità di 3,5 euro al giorno proposta dal Comune per gli agenti che avranno in dotazione la pistola». Serena Miniussi (Cgil) ha criticato la giunta «alla quale avevamo chiesto di predisporre una possibilità di scelta più articolata e non un secco aut aut fra sì alle armi o no alle armi. In questo modo molti agenti sono stati condizionati nella decisione da prendere». Maurizio Petronio (Uil) ha detto che «i 77 che hanno detto no devono essere sostituiti con nuovi concorsi. Non basta una ventina di nuovi agenti». —
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