Le pillole che parlano con il tuo iPhone

Apple ha incrementato i software che permettono a smartphone, tablet e orologini di diventare veri strumenti di ricerca medica e di comunicazione personalizzata. Una App monitora l'efficacia dei farmaci antidolorifici. E un sensore inserito nelle capsule da ingerire misura l'aderenza dei pazienti alle terapie

Quando a marzo la Apple presentò ufficialmente il suo ResearchKit, un pacchetto di sviluppo software che permette di trasformare gli iPhone e gli Apple Watch in strumenti per la ricerca medica, la proposta era sembrata ai più a dir poco bizzarra. Si trattava soltanto di un ulteriore gadget per personalizzare dieta e prestazioni fisiche? Non sono state però di questo avviso una serie di aziende e università, incluse Oxford e Stanford, che quest'anno hanno cominciato a investire nello sviluppo del progetto.

Di fatto, questi strumenti sembrano particolarmente adatti a raccogliere dati personali in maniera continua, semplificando e arricchendo, quindi, la conduzione delle sperimentazioni cliniche. Telefonino e orologio possono essere utilizzati come mezzi di comunicazione personalizzata con il paziente o per consentirgli di svolgere in maniera privata determinati test, i cui risultati, ad esempio frequenza cardiaca, temperatura, movimento, vengono poi spediti automaticamente per via digitale agli sperimentatori.

Ma le possibilità offerte sembrano essere anche molto più sofisticate. La Purdue Pharma, un'azienda che produce analgesici nel New Jersey, ha creato una App che consente di monitorare i livelli di dolore e l'efficacia dei farmaci antidolorifici; facendo vibrare l'orologio, l'App ricorda anche al paziente quando è il tempo di assumere le pillole. Un'altra App per l'iPhone, sviluppata da un'azienda di Seattle insieme all'Università di Rochester, nello Stato di New York, raccoglie passivamente informazioni dai pazienti con morbo di Alzheimer, usando il sensore giroscopico del telefonino per misurare l'andatura e l'equilibrio e il microfono per valutare difetti nella vocalizzazione. Comparando questi parametri prima e dopo che il paziente abbia assunto la terapia prescritta, il medico può valutarne l'effettiva efficacia quotidiana e, nel caso, migliorarla.

E ancora: il 10 settembre la Food and Drug Administration ha approvato il primo sensore ingeribile per misurare l'aderenza dei pazienti alle terapie: inserito all'interno delle pillole di un farmaco contro la schizofrenia, il sensore consente di registrare in maniera digitale se il paziente ha effettivamente assunto il farmaco, mandando direttamente le informazioni al medico.

La forza di queste innovazioni sta essenzialmente nel fatto che, dal 2007, la Apple ha venduto più di 700 milioni di iPhone e quest'anno già quasi 4 milioni di Apple Watch, e che questi strumenti sono comunque indossati o portati con sé ogni giorno. Che poi in virtù di queste tecnologie siamo sempre più destinati a essere scrutinati e sorvegliati, è tutto un altro discorso.

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