Le paratoie di Monfalcone vanno a difendere Venezia

TRIESTE. Il Mose, sistema di dighe mobili progettato per difendere Venezia dalle acque alte, comincia da Monfalcone. E comincerà martedì o mercoledì prossimo, tempo permettendo, quando le prime due paratoie, realizzate dalla Cimolai nello stabilimento monfalconese ex Terex, saranno imbarcate e trasportate in Laguna, dove dovrebbero essere immerse entro aprile. Andranno a costituire il primo nucleo della barriera di Lido Treporti, la più settentrionale della cerniera protettiva.
La duplice particolarità dell’evento - il decollo del Mose e la rilevanza logistica del trasferimento acqueo - merita un racconto più dettagliato, nella spiegazione del project manager della commessa Mose Paolo Calcina. Come si diceva, martedì o mercoledì due paratoie - su un totale di 23 strutture che saranno fabbricate a Monfalcone entro la fine del 2013 - verranno appoggiate su 4 grandi carrelli e, alla modica velocità di un chilometro all’ora, raggiungeranno la banchina monfalconese.
Le dimensioni delle paratoie, come desumibile dalla foto accanto, sono di tutto rispetto: 20 metri di lunghezza, 20 metri di larghezza, circa 5 metri di altezza. Il parallelepipedo, così ottenuto, pesa 170 tonnellate. Quindi, l’operazione di imbarco e di rizzaggio delle due paratoie, a cura dello staff Cimolai, muoverà una massa complessiva di 340 tonnellate. Il trasporto marittimo sarà invece a cura della Timet, casa di spedizioni veneziana attiva da una sessantina d’anni.
A ospitare l’”avanguardia” del Mose sarà una chiatta lunga 60 metri e larga 20, che, trainata da un rimorchiatore, approderà a Marghera nell’area ex Pagnan, sei ettari recentemente recuperati nella zona industriale, ad opera del gruppo Mantovani e del consorzio Venezia Nuova. Questo ex terminal, in passato dedicato alle rinfuse cerealicole, si riconverte adesso a deposito delle paratoie, che andranno a tessere il Mose lagunare.
Dopo l’assaggio sperimentale programmato nella settimana entrante, la prossima spedizione dovrebbe avvenire, con le stesse modalità, ai primi di marzo. Poi, via via lo scaglionamento lungo l’intero 2013. La commessa, in carico alla Cimolai, ha un valore di oltre 15 milioni; il costo complessivo del trasporto, per recare poco meno di 4 mila tonnellate di paratoie da Monfalcone a Marghera, sfiora il milione di euro.
Cimolai ha progetti interessanti per la nuova filiale monfalconese, dove operano, tra lavoro diretto e indotto, circa 200 persone: infatti il gruppo pordenonese è intenzionato a trasferirvi le attività della bicentenaria Officine Fabris di Buttrio, una recente acquisizione in terra friulana.
Ma, avvicinandosi le prime prove del Mose, è opportuno riepilogarne ragioni e funzioni, su cui a Venezia si è molto discusso. Punta di diamante di un ampio piano di interventi messo a punto dal Magistrato alle Acque attraverso il Consorzio Venezia Nuova,il sistema Mose, come già anticipato, ha come obiettivo la difesa di Venezia dall’acqua alta ed è costituito da dighe mobili in grado di separare temporaneamente la laguna dal mare, tutelando la città sia da eventi eccezionali sia da quelli più frequenti. Verrà posizionato nei tre varchi del cordone litoraneo attraverso i quali la marea si propaga in Laguna: si tratta delle bocche di Lido, Malamocco, Chioggia.
Le dighe mobili sono formate da schiere di paratoie, che in condizioni normali di marea restano nei loro alloggiamenti sul fondale. Si alzano invece quando è necessario bloccare la marea entrante ed evitare un allagamento delle zone lagunari. Il sistema prevede la realizzazione di 4 barriere composte da 78 paratoie. Le strategie di difesa variano a seconda delle necessità: possono implicare la chiusura contemporanea delle tre bocche o la chiusura differenziata o la chiusura parziale di ciascuna bocca poichè le paratoie sono indipendenti l’una dall’altra.
I lavori hanno un grado di avanzamento pari a circa il 75% e coinvolgono circa 4mila persone. Già posizionata nel fondale la base per la barriera di Lido Treporti, dove in primavera si installeranno le prime paratoie: quelle costruite, appunto, da Cimolai a Monfalcone.
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