Le paghe dei grillini asciugate di 15mila euro. Salvo il guardaroba

È l’autoriduzione da giugno a ottobre dei tre parlamentari Nelle spese trattenute da Battista: abiti, tintoria e telefonia
Foto Roberto Monaldo / LaPresse.10-09-2013 Roma.Politica.Camera dei Deputati - ddl costituzionale.Nella foto Protesta M5S durante la votazione finale..Photo Roberto Monaldo / LaPresse.10-09-2013 Rome (Italy).Chamber of Deputies - Constitutional Reform .In the photo Protest by M5S movement
Foto Roberto Monaldo / LaPresse.10-09-2013 Roma.Politica.Camera dei Deputati - ddl costituzionale.Nella foto Protesta M5S durante la votazione finale..Photo Roberto Monaldo / LaPresse.10-09-2013 Rome (Italy).Chamber of Deputies - Constitutional Reform .In the photo Protest by M5S movement

TRIESTE. La prima volta, un grillino dopo l’altro, 1,5 milioni. La seconda volta, 2,5 milioni. Il Movimento 5 Stelle continua a mantenere le promesse e a consegnare le eccedenze non spese della diaria e la parte “tagliata” dell’indennità da parlamentare. Qualche irrisolto problema burocratico ma, a breve, quei 4 milioni complessivi finiranno nel Fondo di garanzia per il microcredito alle piccole e medie imprese. Dal fronte friulgiuliano, nella seconda tranche che comprende i “contributi” giugno-ottobre, dovrebbero arrivare circa 45mila euro, 3mila al mese pro capite.

Gli ostacoli L’operazione avrebbe dovuto essere già conclusa ma, dopo che nel decreto del “Fare” di agosto aveva trovato posto l’emendamento M5S per finanziare il Fondo per le Pmi con l’autoriduzione grillina, il ministero per lo Sviluppo economico non ha emanato il decreto attuativo entro il limite di legge, 90 giorni, scaduto il 19 novembre. Mobilitata la rete, una valanga di telefonate alla segreteria del ministro Saccomanni ha consentito a senatori e deputati 5Stelle, a ridosso di Natale, di ottenere il codice Iban del conto per sostenere le piccole e medie imprese.

Le cifre complessive «Abbiamo vinto», sentenza il popolo M5S nel sito apricontopmi.it, lì dove viene ufficializzata la somma costruita con le rinunce ai benefici di Palazzo da inizio giugno a fine ottobre: 2 milioni 563mila 16,76 euro che si aggiungono al 1 milione 569mila 951,48 messi assieme con i rendiconti che vanno dall’insediamento di metà marzo a fine maggio.

Il contributo Fvg In questa seconda fase i tre parlamentari eletti in Friuli Venezia Giulia, il senatore Lorenzo Battista e i deputati Aris Prodani e Walter Rizzetto, in attesa del dettaglio che comparirà tra qualche giorno online, dovrebbero restituire più o meno 15mila euro a testa tra parte fissa dell’indennità e diaria non spesa. Il tutto nel rispetto del codice di comportamento degli eletti in Parlamento che, alla voce “trattamento economico”, detta il tetto di 5mila euro lordi mensili di paga base, con il diritto di utilizzare i rimborsi delle spese a Roma e di quelle per l’esercizio del mandato, i benefit per trasporti e viaggi, la quota forfettaria per i costi telefonici e il trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo.

Indennità e rimborsi Sostanzialmente i parlamentari 5 Stelle si vedono consegnare ogni mese una busta paga che dimezza l’indennità di 10.385,31 euro dei senatori e di 10.435 dei deputati in 5mila euro lordi, che diventano al netto degli oneri fiscali 3.100/3.200 euro circa. Quanto alla diaria (3.500 euro a Palazzo Madama, 3.503,11 a Montecitorio), al rimborso delle spese generali (1.650 euro al mese per i senatori), e di quelle per l’esercizio del mandato (5.180 euro per i senatori, 3.690 euro per i deputati), “tesoretto” che serve tra l’altro a pagare i collaboratori e per consulenze, ricerche, gestione dell'ufficio, utilizzo di reti pubbliche di consultazione di dati, convegni e sostegno delle attività politiche, i grillini scrivono scontrino dopo scontrino ciò che utilizzano e restituiscono infine il rimanente.

Il dettaglio Al momento in rete sono pubblicati i conti del periodo marzo-maggio. Guardando ai parlamentari M5S della regione si scopre così che Prodani ha restituito in quel periodo 8.048,46 euro, Rizzetto 7.544,41 e Battista 5.576,04. Le spese più rilevanti? Il senatore triestino ha usato i soldi del Senato soprattutto per abiti, tintoria e telefonia (quasi 5mila euro a marzo-aprile, 1.835 euro a maggio), mentre Prodani ha contenuto (432 euro a marzo-aprile, 789 euro a maggio) le «varie», in cui rientrano pure i costi della contabilità, dei contratti e delle buste dei collaboratori, peraltro non quanto Rizzetto: solo 121 euro in due mesi e mezzo. Il vitto? Il rendiconto di Battista è di 1.192 euro, quindi Rizzetto (1.192) e Prodani (1.101). «Giacche e cravatte per l’aula? In quella voce compaiono anche le spese telefoniche», rileva Battista annunciando per il secondo “restitution day” un elenco più dettagliato degli scontrini dell’intero movimento. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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